Diritti

Wonder Woman ambasciatrice dell’Onu per le donne, ma 600 funzionari lanciano petizione: “Inappropriata”

Il segretario generale Ban Ki Moon ha scelto l'eroina dei fumetti come simbolo per la promozione dell'autodeterminazione "di donne e ragazze". Raccolta firme per chiedere che venga revocata la campagna

Wonder Woman ambasciatrice dell’Onu per la promozione dell’autodeterminazione “di donne e ragazze”. Non è piaciuta a tutti l’iniziativa del segretario generale della Nazioni Unite Ban Ki-moon, tanto che 600 membri dello staff hanno lanciato una petizione per chiedere che si faccia un passo indietro. Oggi l’eroina dei fumetti compie 75 anni e per l’occasione si è svolta le cerimonia di investitura nel Palazzo di Vetro di New York. “Una donna bianca”, si legge nella raccolta firme poi diffusa online, “con un seno di larghe proporzioni, poco vestita e con un body sgambato con sopra disegnata la bandiera americana e gli stivali al ginocchio non è una portavoce appropriata per la parità di genere alle Nazioni Unite“.

La decisione ha creato numerose polemiche, in un momento storico in cui gli Stati Uniti sono sotto i riflettori per le frasi sulle donne del candidato repubblicano alla presidenza Donald Trump. Una delle critiche, tra le altre cose, ha riguardato il costumo che indossa. “Wonder Woman”, si sono giustificati dalla Nazioni Unite, è “l’epitome della donna che ha bisogno di un uomo come un pesce ha bisogno di una bicicletta, è autosufficiente, forte e combatte per l’uguaglianza e la giustizia”. A dirlo è stato Maher Nasser, direttore dell’Outreach division del dipartimento del Servizio Informazioni delle Nazioni Unite, “certamente potrà portare la causa dell’organizzazione all’attenzione di un nuovo pubblico”. Tuttavia, ha aggiunto, “non siamo ignari del problema costume”.

Il problema è che Wonder Woman compie la maggior parte delle sue azioni in costume stellato, senza spalline, e con stivali alti fino al ginocchio che lasciano ‘esposte’ buona parte delle sue gambe. Alla fine, le Nazioni Unite hanno stabilito che “bisogna guardare oltre la superficie delle sue azioni”, ha dichiarato Nasser. Ma alla domanda se le Nazioni Unite avessero pensato a un nuovo look, si è limitato a dire che “ciò che è stato sviluppato per la campagna riflette molte delle osservazioni e commenti che abbiamo fornito”, rifiutandosi di essere più specifico. La campagna è stata disegnata da Nicola Scott, l’artista dietro l’attuale edizione del fumetto. “L’obiettivo era quello di creare un look nobile e forte, pur mantenendo il suo globale appeal”, ha detto la disegnatrice. “Ho messo un impegno considerevole per convogliare nei suoi occhi le caratteristiche di pace, giustizia e uguaglianza”.