Media & Regime

Isis, perché l’Occidente non riesce a sconfiggerlo. Il libro di Corrado Formigli

"Il falso nemico. Perché non sconfiggiamo il califfato nero" (Rizzoli) percorre in un reportage le zone di guerra occupate dagli uomini di Al-Baghdadi, nel tentativo di capire cosa si nasconde dietro. Comprese le responsabilità dei paesi occidentali

Chi c’è dietro all’Isis? Com’è stato possibile che poche migliaia di jihadisti abbiano inventato dal nulla uno Stato grande come il Regno Unito e siano in grado di organizzare stragi in ogni angolo del pianeta? “Il falso nemico. Perché non sconfiggiamo il califfato nero” (Rizzoli) di Corrado Formigli, giornalista e conduttore di Piazzapulita su La7, percorre in un reportage le zone di guerra occupate dagli uomini di Al-Baghdadi, nel tentativo di capire cosa si nasconde dietro. Formigli è stato il primo giornalista italiano a entrare a Kobane durante l’assedio dello Stato islamico e per i suoi reportage sulle stragi islamiste in Algeria e l’apartheid in Sudafrica ha vinto due volte il premio Ilaria Alpi.

Il falso nemico” racconta le complicità e il ruolo dell’Occidente nascosti sotto la maschera dei nuovi terroristi. Uomini e donne che si sono formati sotto gli occhi delle grandi potenze, che riprendono le esecuzioni come nei film di Hollywood, che hanno connessioni internet ultraveloci e autostrade su cui sfrecciano indisturbati trasportando armi fabbricate in Occidente. A subirne le conseguenze sono donne e bambini senza futuro, profughi da Aleppo a Milano. Una questione che vede l’Europa ancora divisa. Ma se in Italia l’orizzonte muore a Lampedusa, sui corpi dei migranti, nel cimitero delle barche, se è quello l’ultimo confine da difendere, allora l’Europa non ha avvenire.