Mondo

Libia, “non c’è al Qaeda dietro il rapimento dei due tecnici italiani”. Le autorità locali smentiscono Haftar

A sequestrare Bruno Cacace e Danilo Calonego, insieme al loro collega canadese, sarebbe stato "un piccolo gruppo di fuorilegge"

Non ci sarebbe la mano di al Qaeda, dietro al sequestro dei due italiani rapiti in Libia insieme ad un cittadino canadese. Ad affermarlo è il nucleo speciale per le operazioni di ricerca dei 3 tecnici, presi in ostaggio il 19 settembre scorso nella regione del Fezzan, al confine con l’Algeria. In un comunicato pubblicato sulla pagina facebook del Comune di Ghat, le autorità locali affermano testualmente che la raccolta di informazioni sui tre rapiti “prosegue senza sosta” e negano “qualsiasi responsabilità di al Qaeda nel sequestro”. A rapire i tecnici della Con.I.Cos Bruno Cacace e Danilo Calonego e il loro collega di nazionalità canadese sarebbe stato invece “un piccolo gruppo di fuorilegge“.

Il comunicato smentisce le dichiarazioni del colonnello Ahmed al Mismari, portavoce delle Forze armate libiche di Khalifa Haftar, che nei giorni scorsi aveva affermato che “i due italiani rapiti nel sud-ovest della Libia sono stati sequestrati da una banda criminale e dietro c’è il marchio di Al-Qaeda”.