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Paralimpiadi Rio 2016, “troppi record per i pochi controlli antidoping”. Ma Pancalli: “L’Italia monitora tutti i suoi atleti”

A parlare di "metodo inefficace" è stato il presidente del Comitato paralimpico internazionale Philippe Craven. Il problema riscontrato è "il numero più basso di verifiche" rispetto ai Giochi Olimpici di agosto, dovuto "alle limitate risorse a disposizione rispetto alle strutture dello sport olimpico". A Ilfattoquotidiano.it il numero uno del Cip: "Comunichiamo anche i nomi dei medicinali che i nostri ragazzi assumono per le loro patologie"

“L’Italia rispetta i regolamenti sui controlli antidoping che riguardano tutti gli atleti che partecipano alle Paralimpiadi“. Queste le parole rilasciate a ilfattoquotidiano.it dal numero uno del Comitato italiano paralimpico (Cip). L’affermazione di Luca Pancalli segue le dichiarazioni di Philippe Craven, presidente dell’organismo internazionale che riunisce tutte le Federazioni delle discipline sportive praticate da persone con disabilità: “Troppi record per i pochi controlli antidoping“. “Purtroppo non ero presente alla riunione dove Craven avrebbe rilasciato queste parole, ma sono sicuro – ha spiegato il numero uno del Cip – che le principali federazioni paralimpiche europee sono in piena regola, come d’altronde lo siamo noi”.

I diversi record registrati ai Giochi di Rio de Janeiro, tra i quali l’oro del corridore Abdellatif Baka, più veloce degli atleti normodotati in gara ad agosto, hanno generato una serie di interrogativi su eventuali mancanze nei controlli anti-doping. A parlare apertamente di “carenze nel sistema di monitoraggio” è stato il presidente del Comitato paralimpico internazionale (Cpi) che ha confermato che “questo tema è stato al centro dell’incontro del nostro comitato esecutivo”. Philippe Craven – secondo quanto riporta l’Adnkronos – ha aggiunto che “dobbiamo vedere quali lezioni trarre per il futuro”. Il problema riscontrato dal Cpi è “il numero più basso di controlli” rispetto ai Giochi Olimpici, dovuto “alle limitate risorse a disposizione rispetto alle strutture dello sport olimpico” per normodotati.

Il timore è che i nuovi record non siano dovuti esclusivamente ai miglioramenti nella qualità della protesi, nel caso di atleti che ne fanno uso, o alle migliori condizioni di allenamento per le atlete e atleti disabili. Il Comitato paralimpico internazionale tuttavia non ha sollevato alcun sospetto per quanto riguarda il caso specifico dei quattro atleti più veloci dei normodotati, ma ha puntato l’attenzione solo sulle difficoltà di carattere generale nel sistema di controllo antidoping.

Contattato da ilfattoquotidiano.it, Pancalli nega “ogni tipo di mancanza da parte della Federazione italiana. Siamo in linea con i controlli, che effettuiamo senza problemi su tutti i nostri atleti”, assicura il numero uno del Cip presente con la delegazione azzurra a Rio. L’Italia comunica – precisa il dirigente sportivo, ex pentatleta – anche i nomi dei medicinali che molti dei nostri ragazzi assumono per le loro patologie, in maniera da non incorrere in spiacevoli sorprese al momento del controllo nel corso delle gare”. Alla domanda se anche in Italia manchino le risorse necessarie per garantire monitoraggi efficaci e generalizzati, secca la risposta del presidente del Cip: “Non abbiamo problemi di fondi, realizziamo tutti i controlli richiesti”.