Mondo

Germania, migranti: pezzi di partito in rivolta, Merkel rinvia ricandidatura. Neonazi sul tetto della Porta Brandeburgo

La questione immigrazione resta il principale problema della cancelliera. L'ala destra del suo partito: "Riflettere se limitare gli ingressi dei musulmani". E lei posticipa l'annuncio per un nuovo mandato all'inizio del nuovo anno. A Berlino 'iniziativa di Identitäre Bewegung, già sotto osservazione perché sospettata di azioni eversive. La polizia ferma 15 persone

Uno striscione con la scritta “confini sicuri, futuro sicuro” calato sul monumento simbolo di Berlino, la Porta di Brandeburgo. Volantini in cui si spiega che il governo tedesco “sta cercando di sostituire la popolazione del Paese con immigranti musulmani“. E’ l’ultima iniziativa della Identitäre Bewegung, il movimento Identitarian di estrema destra che già nel corso di questo mese l’intelligence tedesca ha messo sotto osservazione perché il sospetto è che le azioni dell’organizzazione possano essere anche eversive. Una quindicina di attivisti ha “scalato” la Brandeburg Tor e ha appeso il grosso telo bianco con la scritta nera. Sul tetto della Porta sono rimasti circa un’ora. Altre persone, nella piazza che è cuore della capitale della Germania, hanno distribuito volantini con i quali attaccare il governo. La polizia ha fermato 15 persone.

La questione immigrazione resta il problema principale di politica interna della cancelliera Angela Merkel, protagonista del cambio di linea dell’Europa di fronte all’esodo proveniente in particolare dalla Siria. E ora i problemi della Kanzlerin arrivano dall’interno del suo partito e più precisamente dall’ala destra. La Csu, l’ala bavarese del partito cristiano-democratico, sta per avanzare una richiesta: selezionare gli immigrati tendendo ad escludere i musulmani perché la loro religione è “lontana” dai valori e dalla cultura dei tedeschi. Il testo del documento preparato per il congresso del partito – in programma a novembre – è stato segnalato dal quotidiano Die Welt mentre da un paio di giorni circola sui media un caso di conflitto fra le due culture: una stagista palestinese licenziata da un comune perché rifiutava di togliersi il velo islamico.

Nel presentare la bozza del nuovo “programma fondamentale” della Csu, la Welt sintetizza nel titolo che l’ala destra della Cdu di Merkel “non può immaginarsi musulmani in Lederhose“, i pantaloni corti di pelle della tradizione bavarese. Oltre alle capacità professionali, “nella scelta degli immigrati in futuro bisognerà osservare con maggiore attenzione anche la vicinanza dell’ambito culturale”. Il presidente della commissione che lo ha stilato, Markus Blume, ha detto che “può essere un problema” accogliere un immigrato musulmano in quanto la religione islamica non conosce la separazione fra Stato e fede. Inoltre, un ambiente in cui è “l’imam che decide dove si va” è “lontano” dall’ambito culturale tedesco, mentre la “vicinanza” deve essere “presupposto per l’integrazione”, ha sostenuto ancora l’esponente del partito insidiato da formazioni di destra che puntano su xenofobia e islamofobia.

Il più in vista di questi partiti è l’Alternativa per la Germania che, stando a un sondaggio della tv Zdf appena pubblicato, potrebbe rivelarsi la terza forza politica con il 21 per cento dei consensi alle elezioni regionali del 4 settembre in Meclemburgo. Nel pieno di un dibattito politico in corso in Germania sulla legittimità del niqab, la copertura integralista che lascia intravedere solo gli occhi, il caso della palestinese è stato causato dal suo voler tenere a tutti i costi in uno stage di un municipio del Brandeburgo un hijab, il velo islamico che copre solo i capelli: a Luckenwalde, l’amministrazione comunale ha ritenuto che il simbolo musulmano inficiasse la “neutralità” propria di un ente pubblico ma il giorno dopo l’ha fatta assumere come interprete nella società delle case popolari.

Angela Merkel ha rimandato all’inizio del prossimo anno l’annuncio della decisione su una sua nuova candidatura. Lo rivela oggi Der Spiegel citando fonti della Cdu. E’ la seconda volta che Merkel, in carica dal 2005, rinvia la decisione riguardo alla candidatura al quarto mandato da cancelliere, che era stata annunciata in un primo momento per l’inizio di quest’anno.
Di fronte alla crisi dei migranti, e alle tensioni che si erano create a riguardo con la Csu, la formazione gemella della sua Cdu, la Merkel allora aveva deciso di rinviare a dopo l’estate l’annuncio della candidatura.
Ma ora, rivela ancora il settimanale, ha dovuto rimandare di nuovo, perché non è ancora arrivata l’indicazione che Horst Seehofer, il leader della Csu che è molto critico della politica dell’accoglienza della Merkel, appoggerà la sua nuova candidatura. (segue)
(Ses/AdnKronos)
(AdnKronos) – Secondo Spiegel, i consiglieri di Merkel hanno deciso che sarebbe stato troppo rischioso politicamente annunciare la candidatura senza il sostegno dichiarato del premier bavarese.
Il nuovo rinvio potrebbe creare però un problema interno alla Cdu, dal momento che Merkel dovrebbe confermarsi per altri due anni alla guida del partito al congresso del partito che si terrà il prossimo dicembre. Ma questo potrà essere confermato solo se Merkel sarà anche il candidato cancelliere della Cdu alle elezioni del 2017.