Tecnologia

Pokemon Go, anche il Pentagono gli fa la guerra: “Invito ai dipendenti a non scaricarlo su smartphone aziendali”

Non una messa messo al bando per il popolare gioco sviluppato da Niantic come era apparso in un primo momento, ma un appello per motivi si sicurezza

Sono un fenomeno globale e una vera e propria mania. Ma, per motivi di sicurezza o anche religiosi, di tanto in tanto subiscono divieti di accesso. I Pokemon Go devono stare fuori dalle mura del Pentagono. Il Dipartimento della Difesa Usa ha invitato i  suoi dipendenti a non giocare con i mostricciattoli da catturare nella realtà aumentata utilizzando i telefoni governativi. Non una messa messo al bando per il popolare gioco sviluppato da Niantic come era apparso in un primo momento.

“Abbiamo chiesto, come facciamo periodicamente, al nostro personale di evitare di installare l’appicazione o giochi simili sui loro smartphone aziendali”, ha detto il vice presidente dell’ufficio stampa della Difesa americana, Gordon Trowbridge ai giornalisti. “Potete immaginare una serie di ragioni per cui non sarebbe prudente farlo – ha aggiunto – oltre ai molti problemi di sicurezza, credo che i contribuenti preferiscano che i telefoni governativi vengano usati per affari governativi”. Quanto alla notizia di una “palestra Pokemon” organizzata proprio nel cortile centrale del Pentagono Trowbridge ha precisato che “le ultime notizie di cui dispongo mi dicono che c’è ancora una zona per allenarsi al centro della corte. Io non gioco, quindi dovrò girare la domanda ad altri“. “Posso confermarlo”, ha detto dal canto suo il portavoce Jeff Davis, interrogato al proposito.

Un mese fa era stato l’esercito israeliano invece a divulgare un ordine di divieto ai militari di Israele di andare a caccia delle sue figurine virtuali all’interno di basi dell’esercito. Il rischio, veniva spiegato, è che le immagini riprese dai loro apparecchi cellulari siano rilanciate e raggiungano occhi indiscreti. Ossia che dietro ai simpatici animaletti Pokemon siano visibili installazioni segrete di Israele. “Quel gioco – avvertiva severamente l’esercito – può essere utilizzato per raccogliere informazioni” utili all’intelligence.

Per ragioni diverse sui mostricciattoli era stata emessa una fatwa dagli iman turchi e dal centro Al Azhar del Cairo, il più importante del mondo sunnita; l’uso e l’abuso del videogioco, viene considerato “blasfemo” e “contro l’Islam”. Molto diverse invece le ragioni del no dei vertici del Memoriale della Shoah di Berlino, che, per bocca della portavoce Sarah Friedrich, hanno invitato cittadini e visitatori ad avere rispetto della sacralità del luogo: “Tenete un atteggiamento appropriato e dignitoso, Pokemon Go qui è inadeguato”. Un medesimo appello erA stato lanciato negli Stati Uniti a beneficio degli ospiti del Museo dell’Olocausto di Washington e di quelli del cimitero di Arlington, in Virginia, zona off-limits, con tanto di cartello di divieto d’altronde, il Dipartimento di Polizia di Darwin, in Australia, e alcune aree, i cosiddetti Pokestop (basi militari, musei e, per i conducenti di bici e veicoli a motore, a serio rischio incidente, autostrade) in Spagna e in America.