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Isis, Onu: “In Iraq 12 morti e 3 mila prigionieri tra gli sfollati. I jihadisti sparavano sulla folla”

Secondo l'Alto commissariato per i rifugiati, tra i profughi che stavano scappando da alcuni villaggi controllati dal Califfato per dirigersi nei territori sotto la protezione dei guerriglieri curdi Peshmerga, c'erano anche donne, bambini e anziani

Secondo l’Onu l’Isis ha fatto prigionieri fino a 3 mila profughi che fuggivano da alcuni villaggi in Iraq, diretti verso Kirkuk, uccidendone 12. La cattura è avvenuta giovedì 4 agosto, lo riferisce l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr) in un rapporto citato dalla televisione panaraba Al Arabiya. Nel rapporto si legge che le persone provenivano da alcuni villaggi nel distretto di Hawija, una regione nel nord dell’Iraq, occupata dall’Isis. Gli sfollati si stavano dirigendo verso il territorio controllato dai guerriglieri curdi Peshmerga. Una fonte della sicurezza citata dal sito di notizie Iraqi News ha riferito che i combattenti dello Stato islamico hanno aperto il fuoco sugli sfollati, tra i quali vi erano anche donne, bambini e anziani. Il rapporto è stato diffuso dopo che, ieri, l’Osservatorio iracheno per i diritti umani ha parlato di 1.900 civili catturati da un centinaio di combattenti del Califfato, che usano le persone come scudi umani contro gli attacchi delle forze di sicurezza irachene. Dal mese scorso sono 3,4 milioni gli sfollati in Iraq a causa delle violenze dello Stato islamico e delle operazioni della coalizione, guidata dagli Stati Uniti, contro i jihadisti. Il gruppo estremista ha perso il controllo di alcune zone, ma ha ancora quello di Mossul in Iraq e Raqqa in Siria.

L’Unhcr ha iniziato la costruzione di due strutture per accogliere gli sfollati: una a Mossul che ne ospiterà 6 mila, l’altra a nordovest della città per 15 mila persone. Inoltre, decine di migliaia di persone sono fuggite da Falluja e non vi sono ancora ritornate dopo la liberazione. L’Unchr ritiene che i rientri su vasta scala incominceranno tra tre mesi, al contrario delle previsioni delle autorità locali, le quali prevedono i primi rientri per settembre. L’Onu ha aggiunto che, secondo le autorità irachene, 300 mila sfollati sono tornati nel distretto di Ramadi, dopo che le forze di Baghad hanno dichiarato la vittoria a dicembre, ma hanno poi dovuto chiedere agli abitanti di non tornare perché molte persone erano state uccise dalle mine.