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Lucio Battisti, “mezza vittoria” di Mogol sulla gestione dei diritti

Il tribunale civile di Milano, cui Mogol si è rivolto, ha solo in parte accettato le richieste del paroliere, stabilendo che a pagare i danni non sia la vedova di propria tasca, come richiesto da Mogol stesso, ma la casa di edizione di cui per altro Mogol detiene il 9%, e di cui il 35% è detenuto dalla Universal Publishing

La spigolosa questione Veronese-Mogol sull’eredità artistica del repertorio Battisti-Mogol è arrivata a una prima decisione da parte di un giudice. La storia è nota, Mogol, storico autore dei testi della prima parte della carriera del cantautore di Poggio Bustone, nel 2012 ha portato in tribunale la vedova di Battisti, Grazia Letizia Veronese, a sua volta autrice di alcuni testi del repertorio del nostro nel periodo che ha diviso la fase Mogol da quella Panella e amministratrice unica della Edizioni Musicali Acqua Azzurra srl, che gestisce il patrimonio editoriale e artistico dell’autore de Il mio canto libero.

Mogol chiedeva alla signora Versonese un risarcimento danni pari a otto milioni e mezzo di euro per l’ostracismo cui la vedova Battisti avrebbe sottoposto le canzoni co-firmate dai due. Impossibilità di sincronizzazione in spot pubblicitari, impossibilità di utilizzo per colonne sonore di film e telefilm. Impossibilità di celebrare il genio di Battisti, e di conseguenza anche quello del Mogol battistiano in Festival e eventi pubblici.

Il tribunale civile di Milano, cui Mogol si è rivolto, ha solo in parte accettato le richieste del paroliere, stabilendo che a pagare i danni non sia la vedova di propria tasca, come richiesto da Mogol stesso, ma la casa di edizione di cui per altro Mogol detiene il 9%, e di cui il 35% è detenuto dalla Universal Publishing, eredità della Ricordi. Quindi una mezza vittoria da parte di Mogol, e sicuramente non una sconfitta personale da parte della signora Veronese. Trattasi, anche questo va sottolineato, di sentenza di primo grado, quindi impugnabile da parte della società amministrata dalla Veronese.

La cifra pari a 2 milioni 651.495 di  euro che Mogol dovrà ricevere da Acqua Azzurra Edizioni, in parte di sua stessa tasca quindi, cui vanno aggiunti gli interessi e le spese legali, è stata comminata alla società, fa sapere il legale del paroliere, perché “inadempiente ai contratti di edizione conclusi con Giulio Rapetti Mogol”, sentenza che contemporaneamente rigetta la richiesta di danni contro Grazia Letizia Veronese. È da capire, una volta che si potrà leggere la sentenza, se da oggi sarà possibile o meno usare le canzoni di Battisti dell’epoca Mogol per sincronizzazioni in spot pubblicitari, per colonne sonore e se il nome di Battisti potrà essere liberamente associato a eventi e Festival. Pensando a Ci vorrebbe un amico di Venditti trasformata in Ci vorrebbe un’Amica, per lo spot dell’omonima patatina fritta, resta qualche dubbio che anche questa sarebbe da considerare una vittoria.