Cronaca

Fermo, dubbi sulla ritrattazione di Chinyere. Il procuratore Seccia: “Non l’abbiamo mai risentita”

Secondo il Corriere la vedova di Emmanuel Chidi Nnamdi avrebbe cambiato versione dei fatti sul momento della colluttazione: sarebbe stato Emmanuel a usare il paletto come arma contro Mancini, per poi provocare la reazione dell'ultrà. La notizia è però stata smentita dal procuratore di Fermo, dall'avvocato della ragazza e anche dalle suore di cui è ospite

La notizia della ritrattazione di Chinyere “è falsa”, secondo quanto dichiara Domenico Seccia, procuratore della Repubblica di Fermo. Spiega Seccia che la vedova di Emmanuel Chidi Nnamdi, il migrante nigeriano morto a Fermo dopo una colluttazione con Amedeo Mancini, non è mai stata risentita dagli inquirenti, quindi non avrebbe neppure avuto modo di smentire la sua prima versione dei fatti, secondo cui a usare il paletto contro Emmanuel sarebbe stato Mancini. La presunta ritrattazione era stata diffusa da un articolo dell’edizione on line del Corriere della Sera, secondo cui Chinyere avrebbe modificato il racconto fornito il 5 e il 7 luglio, in presenza di due diversi interpreti, durante i primi due interrogatori.

Sulla stessa linea del procuratore anche dall’avvocato Letizia Astorri, legale della 24enne nigeriana: “Chinyere non ha ritrattato, né ha cambiato la sua versione dei fatti”. Astorri non si è invece espressa sull’eventualità che la ragazza sia stata risentita formalmente o informalmente dagli inquirenti in questi ultimi giorni. Anche per le Piccole Sorelle Jesus Caritas, che assistono Chinyere nel complesso dell’ex seminario arcivescovile di Fermo, la ragazza “ha sempre detto la stessa cosa, non ha cambiato nulla”.

La presunta ritrattazione della vedova di Emmanuel è stata immediatamente cavalcata da Matteo Salvini: “Ci hanno fatto per una settimana il lavaggio del cervello sull’italiano razzista e criminale ma adesso che la moglie del migrante ucciso a Fermo ha cambiato versione a seguito di una ondata di testimonianze. Qualche televisione ne ha parlato? Lo trovate scritto a caratteri cubitali sui giornali?” ha detto il leader della Lega Nord ai microfoni di Radio Padania. “E Boldrini e Kyenge dopo tante parole ora non han nulla da dire?”.

La versione dei fatti di Chinyere non è stata comunque tenuta in considerazione dal gip Marcello Caporale perché appare in contrasto con tutte le altre testimonianze raccolte sul posto. Non cambia quindi la dinamica dell’episodio ricostruita dai magistrati sia nel provvedimento di fermo della Procura, sia nell’ordinanza del gip che ha disposto la custodia in carcere di Mancini, ritenuto socialmente pericoloso e a rischio di reiterazione del reato.

Le indagini intanto proseguono, con gli inquirenti che stanno effettuando nuovi rilievi sul luogo della colluttazione e alla fermata dell’autobus. Nei giorni scorsi gli investigatori hanno acquisito le scarpe indossate da Chinyere il giorno della morte del marito, la ragazza ha infatti raccontato di essersene sfilata una e di aver colpito Mancini, dopo che l’aveva insultata.