Giustizia & Impunità

Alitalia, Antonio Baldassarre e Giancarlo Valori assolti in appello: nel 2007 tentarono la scalata alla compagnia

I giudici della prima Corte hanno fatto cadere le accuse, con la formula "perché il fatto non sussiste". Agli imputati si contestava la manipolazione del mercato: secondo i pm, le false notizie sull’esistenza di una cordata disposta a rilevare la compagnia di bandiera fecero alterare il titolo della società quotata in borsa

L’ex presidente della Consulta Antonio Baldassarre e l’ex presidente di Autostrade Giancarlo Elia Valori sono stati assolti in appello nel procedimento su un tentativo di scalata ad Alitalia nel 2007. I giudici della prima Corte che hanno fatto cadere le accuse, con la formula “perché il fatto non sussiste”, anche nei confronti di Claudio Prati e Danilo Dini, ex consulenti di una società finanziaria legata a Valori.

Gli imputati erano accusati di manipolazione del mercato: secondo i pm, le false notizie sull’esistenza di una cordata disposta a rilevare l’Alitalia fecero alterare il titolo della società quotata in borsa. Il regista dell’operazione fu un gruppo definito dall’accusa “un’armata Brancaleone”, che tentò la scalata alla compagnia di bandiera. Secondo l’impianto accusatorio, Baldassarre in questa vicenda si era ritagliato il ruolo di portavoce di una “fantomatica cordata”, mentre Valori era considerato una sorta di “manovratore occulto“. Il pubblico ministero sosteneva che gli imputati avessero messo in campo l’operazione “forse perché non si voleva che la compagnia di bandiera italiana finisse in mani straniere o semplicemente perché si voleva condizionare quella vendita”. In primo grado, Baldassarre e Valori erano stati condannati a 2 anni, mentre a Prati e Dini era stata inflitta una condanna ad 1 anno e 4 mesi.