Diritti

Natura senza barriere, una giornata di escursionismo condiviso

Imbattersi in un raro giglio rosso custodito dai fili d’erba, scoprire l’odore pungente dell’aglio montano, ritrovarsi su una vetta per contemplare i primi raggi di sole avvolti dal delicato suono del silenzio: questa è la natura, e molto di più. Immediata, travolgente, troppo bella per non essere di tutti. La sua fruibilità è ancora un diritto negato a tanti: non vedenti, persone con difficoltà motorie o psichiche non vi hanno liberamente accesso, per la mancanza di strutture e strumenti attrezzati, vedendosi così limitare l’uguaglianza sociale e civile.

E’ necessario incentivare quelle iniziative tese a garantire quel diritto a tutti, nessuno escluso. Enti gestori di aree protette e associazioni, tra cui Federtrek Escursionismo e Ambiente, lo hanno capito da tempo, facendosi portavoce di un cambiamento sociale. La prima edizione di “Natura senza barriere” è l’ultimo evento nazionale organizzato dalla federazione il 9 e il 10 luglio, con lo scopo di dimostrare che l’escursionismo condiviso e l’accessibilità ai percorsi naturali è possibile, grazie all’ausilio della Joëlette, una sedia speciale munita di un’unica ruota, trainata da due o più volontari. Il primo mezzo è stato inventato nel 1987 da Joël Claudel, guida alpina, per permettere al nipote, malato di miopatia, di raggiungere luoghi inaccessibili. E non bisogna essere degli esperti accompagnatori per condurla. Ne ho avuto la prova ieri partecipando a una delle escursioni, svoltasi nella Riserva Naturale Sorgenti del Pescara.

Cosa mi rimarrà di una giornata tremendamente calda, intrisa di sudore e partecipazione? La bellezza degli equiseti, l’allegria dei portatori che, al grido di Dorotea, Regina della montagna (la bambina che ha usufruito di una delle joëlette della Riserva), spingevano la carrozzina reale per raggiungere il “castello”, la risata coinvolgente di Ares (l’altro bambino), mentre minacciava l’accompagnatore di fargli fare un tuffo nelle gelide acque delle sorgenti, e che, terminato il percorso, ha detto: “Ricominciamo?”.

Non dimenticherò la solidarietà che ha abbattuto immediatamente la distanza tra i partecipanti, tanto da farli sembrare amici di vecchia data riunitisi per una scampagnata; ho capito solo a fine passeggiata che si erano presentati un paio di minuti prima della partenza. Non potendo essere fisicamente presente a tutte le iniziative, ne ho scelta una, quella più vicina alla mia città, consapevole che in altri luoghi, molte persone stavano vivendo momenti altrettanto speciali, e di fatto, devo dirlo, ho avuto la sensazione di camminare insieme a tutti loro, se non con le gambe, con il cuore.