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Bruxelles, allarme bomba davanti a centro commerciale. Fermato un sospetto: “Aveva falsa cintura esplosiva”

L'uomo aveva addosso un finto ordigno contenente sale e biscotti e ha un passato caratterizzato da problemi psichiatrici. Nel 2014 fu implicato in una indagine della procura federale e più di recente si è messo in contatto con la polizia per denunciare di essere stato "incitato" a unirsi allo Stato islamico in Siria

Un allarme bomba davanti a un centro commerciale ha messo nuovamente in allerta Bruxelles dopo l’evacuazione della stazione centrale due giorni fa e dopo l’operazione di polizia del 18 giugno che ha portato all’arresto di dodici persone in quindici diversi comuni del Belgio. Un uomo è stato fermato dagli agenti con una finta cintura esplosiva contenente sale e biscotti.

È tutto avvenuto questa mattina davanti al centro commerciale City 2 intorno alle 5,30. La zona intorno al centro commerciale 2 è stata chiusa al traffico e il premier belga Charles Michel, che aveva annullato la sua partecipazione a una trasmissione radiofonica, parlando all’emittente Rtl ha dichiarato: “La situazione al momento è sotto controllo”. I servizi di sicurezza, afferma il premier, rimangono comunque in allerta e la procura federale informerà sui dettagli di quanto avvenuto nelle prossime ore.

Il centro commerciale in questione era uno dei punti sensibili indicati dai servizi antiterrorismo come possibile obiettivo di attentati. La Derniere Huere e altri media avevano riportato la notizia che il sospetto indossasse forse una cintura esplosiva e la società Stib aveva annunciato la chiusura della fermata del metro RogierSarebbe stato lo stesso individuo bloccato a chiamare la polizia facendo scattare l’allerta. 

Il perimetro di sicurezza attorno al centro commerciale è stato ridotto intorno alle 8,40 e progressivamente tolto, ha spiegato il portavoce della polizia di Bruxelles capitale-Ixelles Ilse Van de Keere. Il sospetto arrestato aveva una passato di problemi mentali. Lo ha fatto sapere la Procura di Bruxelles. Tra i fatti per cui il 26enne, le cui iniziali sono J.B., è noto alle autorità ci sono “problemi psichiatrici“, si legge in una nota. Nel 2014 fu implicato in una indagine della procura federale e più di recente si è messo in contatto con la polizia per denunciare di essere stato “incitato” a unirsi allo Stato islamico in Siria.