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La7 vuole aumentare lo share pomeridiano. Ma i game show Rai-Mediaset vanno alla grande

Non può immaginarsi impresa televisivamente più ardua di quella che La7 deve affrontare per darsi un pomeriggio capace di attirare spettatori così come, tutto sommato, le riesce al mattino e nella prima serata. Impresa difficile, ma non impossibile visto che qualche anno fa anche il mattino era conciato nelle stesse condizioni ed oggi con i suoi talk regge botta. Ma intanto è scontato che il pomeriggio del canale di Cairo sarà il teatro di molti tentativi, del collaudo di diversi generi e, ovviamente, di molte delusioni.

Il momento più difficile è costituito ovviamente dall’ora che precede il TG7, che non solo è quella dove la platea è più vasta e dunque maggiormente pesano i punti di share in termini di ricavi pubblicitari; ma è anche, per le identiche ragioni, quella dove la concorrenza è più munita. Lì Rai Uno e Canale 5 si spartiscono quasi il 50% del pubblico grazie non all’attesa dei rispettivi TG, ma ai game show (al momento L’Eredità e Caduta libera) che da anni presidiano quella fascia oraria. E non per caso, perché il game show è il format di programma perfetto per radunare il pubblico serale man mano che rientra a casa e, poggiata borsa e cappello, si mette davanti alla televisione in cucina, a tavola o in salotto. Nel game si svolge una sfida che ha sì il suo inizio (attorno alle 19) ma che è costituita da una successione di momenti dalla struttura narrativa semplicissima (ce la fa o non ce la fa?) che può essere goduta come prendendo un treno in corsa, anche senza nulla sapere di quanto è accaduto in precedenza. Aggiungi il crescendo della provona conclusiva e il game è fatto.

Schiacciati da questi giganti, tutti gli altri canali giocano di rimessa puntando su quella metà del pubblico che non accorre a vedersi il game. La strategia più efficace fra i minori nei confronti dei due maggiori si è rivelata finora, riuscendo a prendersi tra il 5% e il 6% di share, quella di Rai 2 grazie alla fidelizzazione pluriennale del pubblico che segue il telefilm USA di buon livello (attualmente NCIS). Italia 1 ci prova anch’essa con CSI, ma facendo la metà. Rai 3 e Rete 4, per parte loro hanno i loro TG quasi pre serali e non partecipano alla gara dell’intrattenimento.
Chiaro che a La7 non restino molte carte da giocare: potrebbe, come ha fatto col TG di Mentana, sfidare frontalmente le ammiraglie inventandosi anch’essa un qualche programma a quiz che si possa iniziare a vedere in qualsiasi momento; oppure potrebbe andare a caccia di telefilm molto forti, ma le toccherebbe subire a lungo la consolidata fidelizzazione su quelli della concorrenza; infine resta la mossa del cavallo, ovvero un genere che a quell’ora non c’è, almeno fra i canali generalisti, sperando di “inventare un pubblico” piuttosto che contendere quello che c’è. In quest’ultimo caso, che è quello attualmente intrapreso con la convivialità cuciniera e chiacchierina di A cena da me serve il passo lungo senza scoraggiarsi di fronte ai primi risultati, che sono in effetti microscopici. Anche perché, a proposito di cena, pur di riempire l’ora canonica si allunga il brodo rispetto al format originale (Come dine with me, durata 30’) e così può capitare che passi l’appetito.