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Politica

I nuovi re di Roma. Da Marchini a Raggi: radiografia dei candidati nella Capitale

Pubblichiamo una anticipazione del libro a cura di Loredana di Cesare, Marco Lillo e Valeria Pacelli che propone un ritratto senza sconti dei “magnifici 4” che aspirano ad essere eletti primo cittadino. Una guida pratica per chi si recherà alle urne il prossimo 5 giugno

“I nuovi Re di Roma” è il titolo del libro edito da Paper First, la collana editoriale de Il Fatto Quotidiano diretta da Marco Lillo, che racconta chi sono realmente i cinque candidati al Campidoglio. Inoltre i cinque candidati accreditati dei maggiori consensi nei sondaggi, compreso Stefano Fassina, inserito nel libro poco prima della stampa ma non presente in copertina, sono stati intervistati dal Fatto Quotidiano che ha posto a ognuno di loro le stesse domande per dare modo ai lettori di vedere meglio le differenze e le similitudini. Il libro si compone di 144 pagine e sarà nelle edicole romane da oggi a 6,50 euro più il costo del quotidiano. A cura di Loredana di Cesare, Marco Lillo e Valeria Pacelli, ‘I nuovi re di Roma’ propone un ritratto senza sconti – in pieno stile Fatto Quotidiano – dei “magnifici 5” che aspirano ad essere eletti sindaco della Capitale. È dunque una guida pratica per chi si recherà alle urne il prossimo 5 giugno.

I CONFLITTI DI INTERESSI DI MARCHINI

Sono tante le notizie inedite su ogni candidato: a cominciare dagli ultimi accertamenti sulla catena societaria che controlla – mediante la finanziaria Finnat – le aziende che fino a poche settimane fa erano riferibili ad Alfio Marchini, candidato sostenuto da Forza Italia. Tra le società della galassia Marchini nel libro si approfondiscono anche due srl che sono controllate al 50 per cento da un costruttore indagato a Roma per truffa, Vittorio Di Giacomo.

DAL LIBRO: “Cominciamo da Imvest. Questa società, quotata in Borsa, condivide con la famiglia Di Giacomo, che opera tramite la società Di.Cos, amministrata da Vittorio Di Giacomo, due importanti investimenti immobiliari su Roma: agli Stagni di Ostia e a Pietralata. Inoltre, la Di.Cos. ha in corso moltissimi altri progetti autonomi (cioè senza Imvest) sulla Capitale. Si va dai parcheggi per i mercati rionali alla Città dello Sport. Se Alfio Marchini divenisse sindaco, qualcuno potrebbe porre qualche problema di conflitto di interessi nei rapporti tra il Comune e le società dei Di Giacomo. (…) In relazione alle società immobiliari del gruppo Di Giacomo (non quelle partecipate con Marchini) si è recentemente mossa la Procura di Roma. Scrive Fulvio Fiano sul Corriere della Sera il 29 aprile 2016: «Su richiesta del pm Francesco dall’Olio, il Nucleo tributario della Finanza ha sequestrato in via preventiva trentasette immobili per complessive 111 unità (appartamenti, cantine, posti auto) tra Spinaceto e Selva Candida. Valore totale: 9 milioni di euro. I titolari della Di.cos spa, Gabriella e Vittorio Di Giacomo, sono indagati. Si tratta in entrambi i casi di Piani di Zona – ‘A5 Spinaceto 2/via Butera’ e ‘B51 via Ponderano’ – i nuovi quartieri edificati e gestiti spesso senza regole e controlli a danno di migliaia di famiglie». (…) I Di Giacomo sono indagati perché i loro inquilini «ogni mese pagavano cento euro in più di affitto sul prezzo dovuto. Al momento di acquistare casa – scrive sempre Fiano sul Corriere della Sera – ne avrebbero pagati fino a trentamila oltre la soglia massima fissata per legge. Truffati. Il loro diritto a un alloggio a prezzi calmierati vanificato dal fatto che i contributi comunali e regionali per l’edilizia convenzionata erogati all’impresa costruttrice non venivano usati – come prescrive la legge – per alleggerire i costi di locazione e vendita a favore di famiglie con redditi limitati ma finivano nelle tasche dei costruttori. Decine di famiglie che dopo aver denunciato l’inganno hanno visto accogliere ieri le loro ragioni”. (…) Ovviamente si tratta di un’indagine agli inizi e i Di Giacomo potranno difendersi e ottenere il proscioglimento nel prosieguo del procedimento. Inoltre Alfio Marchini difende i costruttori che anni fa ha scelto come soci: «Non sapevo nulla di questa inchiesta di cui lei mi parla. So solo che Vittorio Di Giacomo è una persona seria. Non è una famiglia perbene ma perbenissimo. Tra le più serie e oneste con cui io ho lavorato».