Diritti

Marco Pannella e i diritti civili, ha fatto la storia. Ora insegni agli angeli a bestemmiare

Il suo manifesto politico, ha dichiarato più volte, è racchiuso in una frase del poeta Arthur Rimbaud, “Il ragionevole sregolamento di tutti i sensi”. L’uomo non è libero – spiegherà Marco Pannella in un’intervista a Pier Paolo Pasolini – se oggi, davanti alla televisione, alla creazione coatta dei bisogni, non sregola i sensi. Il nuovo fascismo sembra aver scoperto che il punto più qualificante della vita di un individuo, è il sistema nervoso centrale, e la sua nuova tortura non è fatta più di olio di ricino e manganellate, ma di censura e disinformazione.

Con Marco se ne è andato un grande protagonista della storia repubblicana di questo Paese, fondatore del Partito Radicale, ma soprattutto colui che in Italia ha fatto la storia dei diritti civili.

Ha sempre cercato di affermare la legalità e “il diritto alla vita e la vita del diritto”, e alla maniera del Mahatma Gandhi e di Martin Luther King, fatto costantemente ricorso ai metodi della lotta politica nonviolenta praticando decine di scioperi della fame e della sete. Sue moltissime battaglie, inutile elencarle ancora, le conosciamo tutti, ma tra quelle vinte, imprescindibili dal suo nome e dal “suo” partito radicale quella sul divorzio e l’aborto, togliendo le donne, con la vittoria di quest’ultima, dalle pratiche clandestine delle mammane.

Grande sostenitore dello strumento referendario, ha raccolto, nel corso di tre decenni, quasi cinquanta milioni di firme necessarie alla promozione di molte delle campagne referendarie di questo Paese. Il referendum più eclatante e lontano quello sul divorzio, vinto. Il più recente, nel 2005, quello per abrogare in tutto, o parte, la disastrata Legge 40 sulla Procreazione medicalmente assistita (Pma); referendum fallito. Cinque quesiti che miravano a garantire, tra l’altro, la fecondazione artificiale non solo alle coppie sterili ma anche a quelle affette da patologie geneticamente trasmissibili, ad eliminare il limite di poter ricorrere alla Pma solo in assenza di altri metodi terapeutici sostitutivi, e a ristabilire il numero di embrioni da impiantare (fissato dalla legge imprescindibilmente a tre).

Occasione fallita purtroppo per la disaffezione degli italiani verso la politica e di conseguenza nei confronti dello strumento referendario, soprattutto per una pressante campagna della Chiesa e tutto il mondo cattolico a favore dell’astensionismo, il referendum non raggiunse il quorum. Tuttavia, la battaglia per eliminare molte di quelle norme oscurantiste non si è fermata, e per mezzo del ricorso di tante coppie sterili, e a fianco dell’Associazione Luca Coscioni (altra costola del Partito radicale che prende il nome dall’ex docente universitario colpito da sclerosi laterale amiotrofica, e si batte per la libertà di cura e i diritti dei malati nonché, con il caso Welby per il diritto al rifiuto dell’accanimento terapeutico) la legge 40 è stata smontata sentenza dopo sentenza da ben 29 interventi dei Tribunali che hanno ristabilito via via diritti quali – legittimità della indagine genetica pre-impianto, libertà di accesso delle coppie fertili ma portatrici di patologie genetiche trasmissibili, crioconservazione degli embrioni sovrannumeri, numero di embrioni producibili, obbligo di contemporaneo impianto e tutela della salute della donna.
Altre battaglie restano da portare a termine: il divieto di accesso alle tecniche di fecondazione assistita per i single e le coppie dello stesso sesso, il divieto di utilizzo degli embrioni per la ricerca scientifica e revoca del consenso. E ancora, il diritto alla libertà di cura e il rifiuto dell’accanimento terapeutico, una legge sull’eutanasia.

Noto per il suo anticlericalismo, in verità Pannella non odiava i preti, ma si è sempre opposto all’influenza che la Chiesa ha sempre esercitato sulla nostra società.  E di sé disse, “Io sono anticlericale, è vero. Sulle cose concrete, però. Il mio spirito è religioso”. Una sua spiritualità che lo ha avvicinato, all’epoca, a Pier Paolo Pasolini, che in una lettera al Congresso del partito Radicale nel ’75, scrisse: “Caro Pannella, cari amici radicali, voi non dovete far altro, io credo, che continuare semplicemente a essere voi stessi: il che significa essere continuamente irriconoscibili. Dimenticare subito i grandi successi, e continuare imperterriti, ostinati, eternamente contrari, a pretendere, a volere, a identificarvi col diverso; a scandalizzare; a bestemmiare”.
Ora, caro Marco, insegna a bestemmiare agli angeli.