Scuola

Brescia, candidato rettore è nel cda di media locali. “Conflitto d’interessi? Mi sono autosospeso”

Claudio Teodori si candida alla guida dell'ateneo, ma è consigliere di Editoriale bresciana, il gruppo cattolico che controlla la maggior parte dell'informazione tra stampa, internet, radio, tv e pubblicità. "Mi sono posto il problema, se sarò eletto non parteciperò alle decisioni"

L’incarico nel gruppo editoriale, il professor Claudio Teodori, l’ha accettato poco prima di candidarsi come nuovo rettore dell’Università di Brescia. Dal 3 marzo 2016 l’ex preside della facoltà di Economia, attuale prorettore “delegato alla programmazione e ai progetti con il territorio”, siede nel cda di Editoriale Bresciana, la società “leader nel campo della comunicazione e dell’informazione a Brescia e provincia” proprietaria del Giornale di Brescia, delle tv locali Teletutto e Brescia Telenord, delle emittenti Radio Classica Bresciana e Radio Bresciasette, del portale Bresciaonline e delle concessionarie di pubblicità Numerica e Opq, network presente in Piemonte, Lombardia, Trentino ed Emilia Romagna. Il 29 marzo, pochi giorni dopo la nomina nel gruppo editoriale cattolico, Teodori depositava la sua candidatura a rettore. Una situazione che potrebbe configurare un conflitto di interessi, quella del professore ordinario di economia aziendale, che riguarda direttamente il mondo della comunicazione e che non è presente in nessuno degli altri 8 candidati rettori alle elezioni che si terranno il prossimo 7 giugno. Con il solo Giornale di Brescia, Editoriale Bresciana è in grado di raggiungere circa 340mila lettori nella stessa provincia in cui Teodori corre per lo scranno più alto dell’ateneo.

“Mi sono posto il problema e infatti mi sono sospeso dalla carica – spiega a ilfattoquotidiano.it il professor Teodori – anche se, giuridicamente, la sospensione non esiste. Ma ho comunicato al cda che non parteciperò e non sarò presente fino a quando l’elezione sarà conclusa. E se diventerò rettore, ovviamente, non parteciperò più alle attività del giornale”. Editoriale Bresciana non è l’unica società amministrata dal professor Teodori, anche se il regolamento dell’Università di Brescia prevede per i professori e i ricercatori il divieto dell’“assunzione di cariche con responsabilità di gestione in società costituite a fini di lucro”. Il docente risulta anche socio accomodante della Prometeo Sas di Ghedi (Brescia), che si occupa di “servizi di consulenza tecnico-aziendale”, e consigliere della Fondazione della Comunità Bresciana, “strumento di filantropia” costituito nel 2001 dalla Fondazione Cariplo che nel 2014 ha gestito un patrimonio netto di 20 milioni di euro. È inoltre amministratore unico di una società costituita nel 2014 tra Università di Brescia, Provincia, Comune e Camera di Commercio – incarico previsto dai regolamenti d’ateneo – per la realizzazione del Centro servizi multisettoriale e tecnologico, con un capitale sociale di 3 milioni 200 mila euro.

Uomo di collegamento tra il mondo universitario e quello delle imprese, Teodori fino allo scorso aprile è stato anche consigliere del Csmt, punto di incontro tra ateneo, enti locali e industrie bresciane: dalla Omr del presidente degli industriali bresciani Marco Bonometti, alle holding siderurgiche Feralpi, Gnutti e Lucchini, alla fabbrica d’armi Beretta, alla holding dell’automotive Streparava, insieme a numerosi istituti di credito (il 28 aprile scorso gli è subentrato come amministratore il professor Rofolfo Faglia, candidato rettore di Ingegneria).

Claudio Teodori non è nuovo a situazioni a rischio di conflitto di interessi, sanzionate anche dalla magistratura. Nell’ottobre del 2013 il Tar di Brescia ha annullato un concorso in cui era stato nominato ricercatore di economia aziendale un allievo e collaboratore del professor Teodori, che ricopriva in quel caso anche il ruolo di commissario. Il docente di economia, secondo il Tar, avrebbe violato l’obbligo di astensione pregiudicando il “principio di terzietà” della commissione. L’aspirante ricercatore e il professor Teodori avrebbero avuto in comune “ben nove pubblicazioni sulle diciassette esaminate” oltre a diverse collaborazioni in seno a consorzi ed aziende: un rapporto andato, secondo i giudici, “molto oltre la normale relazione maestro-allievo” tanto che il professor Teodori, valutando il suo ricercatore, avrebbe finito “in sostanza per dare un giudizio anche sulla propria attività”.