Media & Regime

Editoria, la Fieg chiede a Caltagirone di non spacchettare il gruppo. E la società lascia la federazione

Dopo la cessione di alcuni rami d'azienda per applicare il contratto del commercio, l'associazione datoriale aveva chiesto all'azienda un passo indietro. Anche i sindacati avevano scioperato contro questa iniziativa, accusata di volere "destrutturare un intero settore". Di tutta risposta, l'editore del Messaggero ha abbandonato l'organizzazione

Il gruppo Caltagirone Editore lascia la Fieg, la federazione degli editori. La decisione è arrivata dopo la richiesta del presidente Maurizio Costa di tornare sui propri passi e rivedere la decisione, presa dal gruppo a fine febbraio, di spacchettare il gruppo e cedere i rami d’azienda delle aree produttive del Gazzettino di Venezia (dove è stato licenziato un lavoratore), del Mattino di Napoli (tre i licenziati) e del Messaggero. Nei mesi scorsi, i sindacati avevano già scioperato per protestare contro questa mossa dell’editore, spiegando che “Caltagirone sta provando a destrutturare un intero settore ed un contratto nazionale oltre che delegittimare il ruolo della Fieg”. Con l’uscita di scena dell’editore romano, Francesco Gaetano Caltagirone ha lasciato il comitato di presidenza e sua figlia Azzurra, amministratore delegato del Messaggero, il ruolo di vice presidente della Federazione e di presidente della categoria Quotidiani nazionali.

“Il gruppo Caltagirone Editore, – rende noto la società – dopo 20 anni di partecipazione attiva nella Fieg, ha deciso oggi di abbandonare l’associazione per diversità di vedute in merito al futuro del settore e allo sviluppo dello stesso”. Al gruppo Caltagirone Editore fanno capo le testate Il Messaggero, Il Mattino, Il Gazzettino, Il Corriere Adriatico, il Quotidiano di Puglia, e Leggo con le relative edizioni on line. Secondo il piano dell’editore, 77 addetti ai servizi delle tre testate (amministrativi, diffusione, ufficio del personale, segreteria di redazione) dal 1° aprile sono passati a Servizi Italia 15 srl: ai dipendenti viene applicato il contratto del commercio, che non contempla gli interventi della legge 416 dell’editoria in materia di ammortizzatori sociali, come i prepensionamenti. I lavoratori produttivi del Mattino e del Messaggero sono finiti, invece, alle nuove società Stampa Napoli 2015 srl e Stampa Roma 2015. Si tratta dei dipendenti addetti ai settori stampa, prestampa, archivio, servizi tecnici informatici, area di preparazione, rotative.

L’iniziativa di Caltagirone ha provocato le proteste sindacali e gli scioperi che hanno interessato tutte le testate quotidiane degli editori Fieg, anche se il gruppo sostiene di non avere violato alcuna regola. “Francesco Gaetano Caltagirone e Azzurra Caltagirone – aveva attaccato ilo segretario nazionale della Uilcom Uil, Roberto Di Francesco – destrutturano il contratto dei lavoratori poligrafici, dopo avere intascato gli ultimi provvedimenti previsti dalla legge di Stabilità per il settore dell’editoria”. Infine, il 19 aprile, è arrivato l’ultimatum della federazione, che ha chiesto a Caltagirone di cambiare registro. E la risposta è stata l’addio alla Fieg.