Cronaca

Fortuna Loffredo, dall’omicidio della piccola agli intoccabili della camorra

L’omertà degli abitanti di Parco Verde a Caivano, da anni testimoni di nefandezze inenarrabili a danno dei loro stessi figli, non si spiega. O meglio, sono troppi giorni che giornali e tg non ce li spiegano. E il quadro che ne viene fuori è quello d’una comunità di pavidi, peggio, di complici che chiudono gli occhi davanti agli orchi. La verità è che in questo film mancano nomi e cognomi degli attori protagonisti. I clan di camorra. Parco Verde a Caivano, Lotto Zero a Ponticelli, le Case Celesti a Secondigliano, il lotto G a Scampia, le stecche di Barra… a Napoli e provincia sono rioni popolari famigerati: piazze dello spaccio, noti a tutti come “fortini di camorra”, dove in cima alla piramide stanno i boss e i loro killer che regnano come signori della guerra. Con potere di vita e di morte su cittadini italiani trasformati in sudditi medievali.

Alla base di questa piramide, una corte di kapò violenti e vigliacchi che, investiti dai clan del potere di spacciare e di controllare il territorio, rubano, estorcono, minacciano e abusano anche in proprio, nel cono d’ombra dei narcos. Merdaiuoli che appaiono agli sventurati sudditi dei fortini di camorra come intoccabili. E nessuno osa ribellarsi. Da qui il terrore e l’omertà, che virano in ambiguità morale e connivenza. Poi il paradosso: l’orco (o presunto tale) finisce in galera e altri detenuti (spesso camorristi o presunti tali) che cercano di linciarlo ergendosi a paladini di giustizia rimangono liberi.

Finalmente! pensiamo noi davanti alla tv, mica come quelli che abitano a Parco Verde che sono ambigui e conniventi… Ma chi più ambiguo e connivente dello Stato, che da anni non estirpa i clan di camorra da questi quartieri popolari? Di ministri e prefetti che scendono dal fico, di giornalisti che non fanno nomi e cognomi di chi regna nei fortini di camorra? In particolare a Parco Verde a Caivano dove ogni giorno cocaina, eroina, cobret, hashish ed ecstasy vanno via come il pane.