Cronaca

Fondovalle Sangro, l’odissea della strada. Tra frane, costi moltiplicati e progetti da rifare

Dopo il completamento del primo lotto (2 chilometri, 40 milioni di euro), nel 2015 il via al secondo lotto. Ma il terreno è geologicamente fragile quando non interessato da frane. E tra gallerie da allungare e percorsi da rivedere, a distanza di un anno ecco il nuovo tracciato. E il nuovo importo che sale da 120 a 190 milioni

Un nuovo capitolo nella quarantennale e controversa storia della strada statale 652, meglio conosciuta come Fondovalle Sangro, la strada a scorrimento veloce pensata per collegare la costa adriatica abruzzese al Molise interno e all’Autostrada del Sole. Al centro della scena questa volta il completamento (in ritardo) dei lavori di costruzione del tratto compreso tra Gamberale e Civitaluparella, due comuni della provincia di Chieti. “Secondo lotto, secondo tratto, secondo stralcio” si legge nel progetto dell’Anas: il primo tratto, di poco più di due chilometri (la cosiddetta “Variante di Quadri”) era stato aperto nella primavera del 2014 dopo sei anni di cantiere. Costo dell’infrastruttura, almeno 40 milioni di euro: venti milioni a km. I tempi erano derivati dalle numerose frane che avevano colpito l’area: era stata rinviata persino l’inaugurazione, per un cedimento “dovuto alla pioggia”. I lavori erano stati eseguiti dalla Tecnis di Catania, commissariata a dicembre dopo l’arresto dei suoi vertici nell’inchiesta “Dama Nera” e dopo una interdittiva antimafia.

Nel febbraio 2015 il Comitato V.i.a. (valutazione di impatto ambientale) della Regione Abruzzo dà semaforo verde al progetto del secondo lotto della Gamberale-Civitaluparella, proposto dall’Anas. Le carte geologiche parlano chiaro: quella è una zona fortemente fragile e dissestata, bisognerebbe quindi procedere coi piedi di piombo. “Per quanto riguarda il tratto di strada in oggetto, si ribadisce che è interessato da tratti in frana. Fatta eccezione per l’alternativa n.1, in sede, che si sviluppa sostanzialmente in aree a rischio moderato, le restanti alternative attraversano zone a pericolosità elevata (classe P2) lambendone una a pericolosità molto elevata (classe P3)” si legge nell’istruttoria dei funzionari regionali abruzzesi al V.i.a.

E invece tra le varie opzioni in campo viene scelta una di quelle a maggiore rischio idrogeologico. Nonostante i precedenti specifici della Variante di Quadri. “Hanno scartato la proposta meno problematica che ricalca il tracciato attuale per far passare una nuova variante che attraverserebbe aree classificate a rischio, e addirittura una frana attiva” racconta a ilfattoquotidiano.it Augusto De Sanctis, l’ambientalista abruzzese che ha denunciato le incongruenze del piano.

Trascorre un altro anno, e il terreno smotta ancora: frane “imprevedibili” o De Sanctis aveva visto giusto? L’Anas rivede il progetto del febbraio 2015, che dovrà adesso tornare nuovamente al vaglio del V.i.a. La società che gestisce la rete stradale e autostradale di interesse nazionale fa di più: allarga la sua proposta di un anno fa. Ma la consapevolezza di giocare con l’alea del dissesto idrogeologico deve essere ben presente: “Sopralluoghi recenti (febbraio 2016) hanno evidenziato una rapida evoluzione del complesso franoso denominato area A1 Masseria Mincolavilla” scrivono i tecnici Anas. Ed ecco la nuova proposta: un tracciato “con allungamento del tratto in galleria naturale per complessivi 2500 metri – ci dice ancora De Sanctis – Quattordici mesi fa avrebbe dovuto svilupparsi per 730 metri”. Facile immaginare una levitazione dei costi, se così sarà, visto che le gallerie costano quattro o cinque volte di più di una normale strada a raso. Oltre a questa novità, l’Anas prevede tre viadotti e due ponti (per un totale di 1200 metri), una galleria artificiale da 80 metri e opere varie di drenaggio e sostegno. Il terreno prescelto resta franoso. “Per completare l’ammodernamento della SS652 tra la stazione di Gamberale e l’abitato di Quadri, risulta necessario provvedere, lungo l’asse del futuro tracciato, alla stabilizzazione di alcuni corpi di frana attraversati” redigono ancora gli stessi uomini Anas. “Tra le cinque scelte possibili, viene rigettata quella più logica e sostenibile – conclude De Sanctis – eppure basterebbe adeguare la Statale esistente. Perché l’Anas sembra voler scegliere sempre le soluzioni più rischiose?”.

“Abbiamo provveduto a modificare il precedente tracciato di progetto, estendendo il tratto in galleria, al fine di scongiurare eventuali problemi in relazione ai movimenti franosi evidenziati e approfonditi” replica a ilfattoquotidiano.it l’ufficio stampa di Anas. I costi aumenteranno? “Sì. Il costo dell’opera è passato da 120 a 190 milioni di euro, compreso un ulteriore incremento per stabilizzare un corpo di frana nella parte iniziale del tracciato”. Ma perché scegliere proprio questa opzione, che è la più dispendiosa? “L’obiettivo dell’intervento è proprio quello di innalzare gli standard di servizio e di sicurezza dell’infrastruttura, attualmente caratterizzata da un tracciato tortuoso e geologicamente difficile, realizzando un nuovo tracciato più diretto”. Eppure la Variante di Quadri inaugurò solo dopo otto anni, e i suoi costi fermentarono per via delle frane. E anche nel 2015 il vostro progetto sembrava non tenere conto del dissesto idrogeologico. Come ribattete a chi vi accusa di sposare i progetti più rischiosi e antieconomici? “La variante di Quadri ha avuto notevoli problemi che sono stati in seguito risolti e che hanno portato ai dovuti approfondimenti sul lotto Civitaluparella-Gamberale”.