Politica

Renzi in diretta su Facebook con De Luca. Si dimenticano di parlare dell’indagine per camorra su Graziano

Il presidente del Consiglio nell'appuntamento ormai settimanale per rispondere alle domande degli utenti Twitter e Facebook parla di partite Iva, lotta alle baby gang e decreto Isee ma non dice una parola sul caso che ha travolto il partito campano. E sceglie di presentarsi a fianco del governatore, eletto grazie anche al contributo della lista promossa da verdiniani e cosentiniani

“Poi parleremo anche dell’ultima vicenda che ci riguarda”. Matteo Renzi ha iniziato la diretta su Facebook promettendo che si sarebbe occupato dell’inchiesta che vede il presidente Pd Stefano Graziano accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, ma non c’è stato tempo o forse se ne è dimenticato. In un’ora e mezza di diretta non una parola su camorra e politica, nessun commento sull’indagine che ha travolto il rappresentante dei dem campani. Anzi il presidente del Consiglio ha scelto di presentarsi online per l’appuntamento #Matteorispondi con il presidente della Regione Vincenzo De Luca. Il governatore è lo stesso che è stato eletto in Regione con il contributo dei voti raccolti dalla lista Centro Democratico, promossa dal verdiniano Vincenzo D’Anna e da pezzi di centrodestra vicini a Nicola Cosentino. Ma è anche lo stesso che l’anno scorso fu inserito tra gli impresentabili dalla commissione Antimafia perché accusato di concussione e truffa in un procedimento del 2002 per una vicenda urbanistica salernitana (per il quale però i pm hanno chiesto pochi giorni fa l’assoluzione). E, infine, è lo stesso su cui pesava lo spettro della sospensione della legge Severino prima di essere prosciolto in appello dall’accusa di abuso d’ufficio. E che però resta indagato a Napoli e Salerno in altre due inchieste. Oggi Renzi ha deciso di portarselo in diretta su Facebook, a poche ore dagli scandali giudiziari in regione: “Con Enzo”, ha detto il segretario Pd, “al di là della simpatia c’è una scommessa comune: il patto per la Campania“. Per poi chiudere con una battuta: “Come sei petaloso“.

Per  oltre un’ora il presidente del Consiglio ha risposto alle domande degli utenti in rete. Ma sul caso Graziano, lui e De Luca, hanno preferito non esprimersi. Lotta alle baby gang, decreto Isee, partite Iva: c’è stato tempo per commentare decine di domande, ma non per affrontare il tema più delicato per i democratici in Campania. Anzi la parola camorra è uscita solo quando De Luca ha difeso la sua Regione: “Siamo in prima fila”, ha detto, “e rivendichiamo un ruolo di punto di riferimento nelle battaglie per la trasparenza e contro la camorra. La moralità si misura nella vita reale, non nei salotti tv. Perché distribuire patenti nei salotti non vale nulla, la moralità si misura nell’inferno della vita reale”. Riferimento generico e slegato dalle notizie di cronaca giudiziaria che hanno sconvolto il partito campano che è attualmente senza un presidente (Graziano si è autosospeso dopo la notizia dell’indagine e le perquisizioni).

L’ex presidente Pd in Campania, secondo l’ipotesi della Dda di Napoli, chiese e ottenne i voti della camorra. Un episodio che secondo molti riapre la questione morale del partito al Sud. Proprio oggi dalle pagine di Repubblica lo scrittore Roberto Saviano ha duramente attaccato il governo Renzi e ha parlato di “una resa del Pd al meccanismo criminale”. Parole simili a quelle di Rosaria Capacchione, senatrice dem e cronista del Mattino che vive sotto scorta per le minacce della camorra e che in un’intervista a La Stampa ha accusato: “Il premier ascolta solo chi ha grossi pacchetti di voti. C’è una scarsissima percezione del pericolo che arriva dai colletti bianchi e dall’attività disinvolta di certe parti della Pubblica Amministrazione”.

Renzi su Facebook non ha parlato di Graziano, ma ha trovato il tempo di tornare sul dibattito della giustizia. “Ogni volta che emerge una storia di corruzione”, ha detto, “io mi indigno, mi arrabbio. Ma tutti dobbiamo riconoscere che ci sono distinzioni tra intere categorie e singoli o gruppi organizzati che commettono errori. Non si può sparare nel mucchio perché se dici che son tutti uguali poi i ladri la fanno franca. Guai a generalizzare perché chi generalizza fa il gioco di chi ruba”. Renzi nei giorni scorsi ha polemizzato con le parole del presidente dell’Associazione nazionale magistrati Piercamillo Davigo che ha detto: “La classe dirigente che delinque fa più danni dei criminali di strada”. Il segretario dem ha ribattuto “basta con la politica subalterna ai pm”. Oggi il segretario dem ha ribadito: “I fenomeni di corruzione o addirittura di connivenza con la malavita vanno stroncati alle gambe. Purché arrivino con le sentenze. Sulla lotta contro la corruzione non solo siamo in prima fila, ma siamo certi che le nuove regole siano tali da essere prese come punto di riferimento per il mondo intero”.