Politica

Lobby, giunta Camera approva regolamento: nasce registro pubblico. Stop di 12 mesi per ex parlamentari

Via libera di Montecitorio: la registrazione sarà obbligatoria per chi svolge l'attività da professionista e l'elenco sarà disponibile sul sito internet istituzionale. La presidente Boldrini: "Atto concreto di trasparenza"

I lobbisti di professione alla Camera dovranno essere iscritti a un registro pubblico e non aver ricoperto incarichi governativi o parlamentari negli ultimi 12 mesi. Sono queste alcune delle norme introdotte dal regolamento approvato dalla Giunta di Montecitorio. In attesa di una legge che inserisca l’attività in un regime ufficiale (e che da anni il Parlamento rimanda), la Camera ha approvato quello che rappresenta un piccolo primo passo per un maggior controllo di chi fa attività di lobby all’interno delle sedi istituzionali.

Il registro di tutti i soggetti che svolgono questa attività sarà da ora in avanti pubblicato sul sito internet della Camera. Inoltre i lobbisti dovranno presentare una relazione annuale con l’attività svolta, anch’essa pubblicata online e disponibile a tutti. “Grande soddisfazione”, ha commentato su Twitter la presidente di Montecitorio Laura Boldrini, “È nuovo atto concreto di trasparenza dopo il codice di condotta per i deputati”.

Tra i dati che i lobbisti dovranno indicare nel registro dei rappresentanti di interessi della Camera ci sarà anche “la delega del titolare di interessi specifici per conto del quale si intende svolgere attività di relazione istituzionale”. A prevederlo è un emendamento M5s. Un’altra modifica proposta dei 5 stelle e approvata dalla maggioranza prevede che per essere iscritti al registro non si debba aver ricoperto negli ultimi 12 mesi incarichi governativi o parlamentari.

Infine il Pd, con un emendamento a prima firma Andrea Giorgis, ha previsto che l’iscrizione riguarderà solo i soggetti che svolgono “professionalmente” attività di relazione istituzionale nei confronti dei deputati. Sara l’Ufficio di presidenza della Camera a valutare le eventuali sanzioni da adottare, proporzionate alla gravità dell’infrazione.