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Referendum costituzionale, le lamentele contro Anpi e Arci: nel Pd non sanno quello che fanno

Proprio vero. Non sanno bene quello che fanno. Non lo sapevano quando hanno avviato la riforma-distruzione della nostra Costituzione. L’incoscienza, la superficialità, l’irresponsabilità di cambiare la suprema carta con un disegno di legge governativo (ddl Boschi) sostenuto a colpi di maggioranze mutevoli e occasionali (Patto del Nazareno e suoi contrari), ne sono una prova inconfutabile. E il fatto che oggi si sorprendano perché associazioni come Anpi e Arci prendano posizione sul tema bocciando la riforma, confermano l’impressione: questi signori non conoscono l’Italia, la sua storia, i suoi valori profondi, la sua capacità di reazione quando si vanno a toccare certi tasti, i più delicati, quelli che regolano la vita democratica del Paese.

A questo è ridotto il Pd di Renzi. A sorprendersi e a lamentarsi se l’Associazione nazionale partigiani prende posizione e dice “No” alla riforma-affossamento della Costituzione che lo stesso premier è riuscito a far passare solo grazie ai voti portati dal quel padre nobile della repubblica che risponde al nome di Denis Verdini. Così come si sorprende se anche l’Arci scende in campo dichiarando il suo disaccordo rispetto ai cambiamenti voluti e imposti tra tante resistenze.

Certo, avessero avuto una maggiore sensibilità sul tema istituzioni, leggendo magari qualche sacro testo, avrebbero certo appreso che la Costituzione è una cosa che non si può cambiare in una misura così larga come si sta facendo senza avviare un processo costituente in grado di coinvolgere non solo larga parte delle forze politiche, ma anche della società civile e del paese. Magari attraverso una apposita Assemblea Costituente.

Ma il fatto è che evidentemente non sanno proprio quello che stanno facendo. Perché, libri a parte, avessero almeno letto i giornali quando già erano in età della ragione, come il futuro presidente del Consiglio al tempo impegnato nelle trasmissioni-quiz di Mike Bongiorno, ebbene, avessero letto qualche giornale allora, nei primi anni Novanta, avrebbero saputo certamente che anche una battaglia di minoranza come quella dei referendum contro la preferenza unica e per la legge elettorale maggioritaria alla fine venne decisa e vinta proprio quando le grandi associazioni come Arci e Acli decisero di scendere in campo per sostenere l’iniziativa.

Ecco, non avevano previsto una eventualità del genere anche per il prossimo referendum costituzionale, questi novelli padri della patria. Come se l’Italia fosse solo quella che hanno nella loro testa. Pronta a plaudire a slogan e battute e a piegarsi ai loro voleri grazie ai servizi di un sistema di informazione servile e deferente.

Non avevano previsto e si sorprendono, sino ad arrivare al punto di bacchettare Anpi e Arci per le loro prese di posizione non gradite. Verrebbe da ridere, se non ci fosse da piangere. E il referendum si avvicina, sarà certamente un autunno caldo. Ma forse neanche questo sanno i signori del Pd.

@primodinicola