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Rai, il piano di Campo Dall’Orto: la ricerca dell’originalità in un deserto di creatività

Siamo arrivati al piano industriale della nuova Rai. E la linea di comunicazione verso l’esterno degli attuali vertici sembrerebbe quella di sottolineare ciò che unisce e sottacere quel che potrebbe dividere. Così dalla intervista di giovedì di Antonio Campo Dall’Orto a Il Sole 24 ore (si noti la scelta del terreno politicamente neutro) si evincono sì alcune linee “dette”, ma qualcosa si evince considerando anche il “non detto”.
Nel “detto” rientrano:

Nel “non detto” rientrano essenzialmente, e per fortuna, il “pluralismo” e il “pedagogismo”, le creature inventate negli anni ’70 da capi e capetti di partiti e gruppi di pressione per garantirsi le vie di accesso al video.
A tirare le somme, una direzione di movimento traspare, anche se prudentissima nella indicazione delle rotte e, specialmente, del modo di procedere. Così stanno le cose, in una azienda in cui oggi non c’è “pars construens” che non postuli sull’altra faccia della stessa medaglia una “pars destruens”. Dove in sostanza si è tenuti a camminare sulla uova. Ma speditamente, speriamo.