Cronaca

Malasanità in Calabria, procura: “Limitare intercettazioni? Senza non avremmo capito”

“Le intercettazioni sono l’unico strumento attraverso il quale è possibile fare luce su alcuni episodi di illegalità. È uno strumento insostituibile e pensare di restringerlo è come pensare che la criminalità può continuare a prosperare liberamente perché non ci saranno armi per combatterla”. Ad affermarlo è il procuratore capo di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho nel corso della conferenza stampa dell’operazione che stamattina ha portato all’arresto di 4 ginecologi dell’azienda ospedaliera “Bianchi-Melacrino-Morelli”. Per i medici arrestati e per gli altri colpiti dall’interdizione “la cartella clinica – sottolinea il magistrato – era un elemento da utilizzare a copertura della malasanità”. Lo facevano per “pararsi il culo” aggiunge il colonnello Alessandro Barbera, comandante provinciale della guardia di finanza secondo cui “in un Paese come il nostro questo è inaccettabile ed è una pagina nera della nostra sanità. Le intercettazioni ci hanno consentito di avere una chiara definizione di come sono andate le cose”. “È un bollettino di guerra”, spiega il colonnello Luca Cioffi, che racconta come un medico neonatologo non è riuscito a intubare un bambino per 50 minuti sebbene nella cartella clinica era scritto il contrario: “Era stato intubato nelle vie digerenti e non respiratorie. Adesso questo bambino ha 5 anni e si trova in stato vegetativo”