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Crozza: “Referendum? Vecchio Carbo, gli elettori il ‘ciaone’ se lo ricorderanno ed è un attimo che vi sfanculino”

Copertina di Maurizio Crozza, che apre la nuova puntata di Dimartedì (La7), ironizzando sul ‘ciaone’ del deputato Pd Carbone dopo il referendum sulle trivelle: “Ciaone a tutti quei fessi di elettori che sono andati a votare al referendum. Che bella battuta. Se la dici al cda della Tamoil e sei della Tamoil, li fai pisciare sotto dal ridere. Se stai andando a votare e senti un deputato del Pd renziano che ti prende per il culo, ti girano un po’ le trivelle. Ma ve l’immaginate Pertini che dice ‘ciaone’? ‘Ciaone, compagno, batti cinque. Fascisti, suca!’. Tra l’altro, Carbone, gli elettori che hanno votato al referendum non erano pochi, sai? Non bisognerebbe prenderli in giro. E’ tutta gente che, prima o poi, a votare ci ritorna. Io la butto lì, vecchio Carbo. Magari il ‘ciaone’ gli elettori se lo ricordano, ed è un attimo che vi sfanculino. Ops, scusate, ‘sfanculino’, lo dice mio figlio. Io direi più ‘vi mandino a cagare'”. Il comico poi si sofferma su Renzi: “Quando non è stato raggiunto il quorum, ha detto che la demagogia non paga. Fammi capire, Renzi: per te votare è demagogia e gli 80 euro sono democrazia? Vorrei farti notare che gli italiani che hanno votato sulle trivelle sono 15 milioni, mentre quelli che hanno votato te sono… zero. Zero milioni. Renzi” – continua – “ha detto che sono stati 300 milioni buttati. Potevamo comprare 350 carrozze di treni per il trasporto pendolare. E adesso niente treni, coglioni! Comincia a risparmiare tu, Renzi. Ti sei comprato un jet che costa 15 milioni di euro all’anno. Te lo converto in carrozze e fanno 17 carrozze per pendolari all’anno. Tu spendi 900 milioni all’anno per la missione in Afghanistan e abbiamo già speso 5,5 miliardi di euro. Ci potevamo comprare 6470 carrozze per pendolari, cioè una a testa. Ci sarebbe l’autostrada Milano-Brescia intasata di vagoni ferroviari”. E prosegue: “Renzi che parla di demagogia mi fa ridere. Proprio lui, che se non mette un hashtag prima di ogni sillaba gli viene la psoriasi. Non è un premier, sembra l’autore delle telepromozioni a Publitalia