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Cisgiordania, omicidio colposo per il soldato israeliano che sparò ad accoltellatore palestinese a terra ferito

Lo ha deciso il procuratore militare del Tribunale di Giaffa, chiedendo che il militare rimanga ancora in carcere fino a lunedì 18 aprile in modo da presentare l'accusa formale ai giudici. La Corte, respingendo le richieste della difesa, ha deciso di non processare il commilitone per omicidio doloso: "Ha agito senza intenzionalità". Ma il video di un'ong mostrava il contrario

Sarà accusato di omicidio colposo il soldato israeliano che lo scorso marzo a Hebron, in Cisgiordania, ha ucciso un accoltellatore palestinese, Abdel Fatah a-Sharif, già a terra ferito e considerato non più in grado di nuocere. Lo ha deciso il procuratore militare del Tribunale di Giaffa, città israeliana a pochi chilometri a sud della capitale Tel Aviv, chiedendo che l’uomo, di cui non è stato comunicato il nominativo, rimanga ancora in carcere fino a lunedì 18 aprile in modo da presentare l’accusa formale ai giudici. La Corte, respingendo le richieste della difesa del 21enne palestinese, ha deciso di non processarlo per omicidio volontario – come molti commentatori avevano ipotizzato – perché il militare “ha agito senza intenzionalità”. La decisione dei giudici israeliani potrebbe scatenare violente reazione da parte palestinese.

L’uccisione di a-Sharif, mostrata da un video girato da un’ong pacifista israeliana, B’Tselem, ebbe una grande eco a livello internazionale. In quel filmato si vedeva chiaramente l’uomo delle forze armate di Gerusalemme sparare alla testa all’assalitore palestinese – che aveva ferito lievemente un altro soldato – quando il giovane era stato già ferito e si trovava riverso a terra in condizioni di non pericolosità per gli altri militari.

Sul caso era intervenuto anche Christof Heyns, l’inviato Onu per le esecuzioni arbitrarie, sommarie ed extragiudiziarie. Per Heyns le immagini dell’omicidio del giovane palestinese mostrano “tutti i segni di un evidente caso di esecuzione extragiudiziaria”. “Sparare a qualcuno che non è più una minaccia, è un omicidio doloso” aveva detto. Un’accusa alla quale ha risposto lo stesso premier Benjamin Netanyahu negando che le forze di sicurezza israeliane abbiano ucciso sommariamente aggressori palestinesi. “L’Esercito e la polizia si difendono e difendono cittadini innocenti applicando i più alti standard morali contro terroristi assetati di sangue che vogliono ucciderli”, aveva scritto l’agenzia Nena News riportando le parole del primo ministro.

L’autopsia di Abdel Fatah, inoltre, ha confermato che il colpo sparato dal soldato ha determinato la morte del palestinese. Il militare si è difeso spiegando di aver fatto fuoco dopo aver visto a-Sharif compiere alcuni movimenti, temendo così che sotto la giacca potesse indossare un corpetto esplosivo.

Palestinese armato di ascia ucciso da soldati israeliani
Giovedì 14 aprile un altro palestinese, questa volta di 44 anni, è stato ucciso dopo aver tentato di assalire con un’ascia alcuni militari davanti all’ingresso del campo profughi di al-Arroub, a nord di Hebron. Lo ha confermato il ministero palestinese della Sanità. Secondo le forze armate di Gerusalemme, nessun militare è rimasto ferito nell’attacco. L’assalitore, si legge sui media palestinesi, si chiamava Ibrahim Baradiya. Decine di palestinesi e di israeliani sono rimasti uccisi negli ultimi mesi di violenze che hanno infiammato Gerusalemme e i Territori palestinesi.