Cronaca

Sanità, rivolta in Ogliastra: “Ospedale a rischio nella terra dei centenari”

Manifestazioni, fiaccolate, cardiopatici che annunciano lo sciopero dei salvavita. Nella zona orientale della Sardegna si infiamma la protesta contro il taglio dei servizi a Lanusei. Perché le strutture sanitarie più vicine stanno a oltre un'ora di macchina, a Nuoro o a Cagliari. Il sindaco: "Il nostro è un territorio piccolo e difficile". L'assessore regionale: "Già concesse deroghe, ma ci sarà elisoccorso"

La terra dei centenari rischia di perdere buona parte dei propri servizi ospedalieri. E’ il frutto di una delibera della Giunta regionale della Sardegna e sta sollevando una forte ondata di proteste nei centri della costa orientale dell’isola. Con oltre cinquanta anziani ultrasecolari su una popolazione residente di 60mila individui, la circoscrizione dell’Ogliastra è uno delle zone a più alto tasso di longevità al mondo. Eppure, già nei prossimi mesi, l’unico ospedale presente sul territorio – quello di Lanusei – rischia di essere privato di alcuni servizi fondamentali: il punto nascita e le strutture per il trattamento dei casi più urgenti, come ad esempio gli infarti.

“Tutto nasce dalla delibera regionale 38/12 del luglio 2016, che proponeva la riorganizzazione della rete ospedaliera sarda – spiega il sindaco di Lanusei Davide Ferreli -. Il nostro ospedale, avendo un bacino d’utenza non sufficientemente alto, è stato classificato come presidio ospedaliero di base, che è il livello più basso della scala. Di conseguenza, se nel futuro non si dovessero soddisfare alcuni parametri statistici relativi all’afflusso d’utenza, diversi servizi d’urgenza verrebbero trasferiti altrove, con conseguenze nefaste per tutta la popolazione”.

Giù le mani dall’Ogliastra – di Pietro Mereu (Trailer)

“Il nostro è un territorio piccolo e difficile”, continua il sindaco, “sottoposto a un continuo calo di natalità e mal collegato al resto della regione. Se i trasferimenti dovessero effettivamente avvenire, i nostri malati, magari ultracentenari, dovrebbero farsi curare all’ospedale di Nuoro, a 55 minuti di macchina, o addirittura quello di Cagliari, a un’ora e 40. Abbiamo chiesto alle istituzioni di tener conto di queste ragioni, elevando la struttura di Lanusei a ospedale di primo livello e mettendola così al sicuro dai futuri tagli, ma purtroppo non siamo stati ascoltati”.

Una nuova delibera del 2 febbraio ha infatti ribadito la proposta di riorganizzazione formulata dalla giunta di centrosinistra presieduta da Francesco Pigliaru, che prossimamente passerà dunque in consiglio. Interpellato da ilfattoquotidiano.it, l’assessore regionale alla Sanità Luigi Benedetto Arru ha assicurato che nessun servizio ospedaliero verrà soppresso “finché non sarà istituito un sistema di elisoccorso su tutto il territorio regionale”. “Pur essendo al di sotto dei parametri d’utenza previsti dal Patto della Salute, l’ospedale di Lanusei resta aperto – dice l’assessore -. In considerazione delle caratteristiche geografiche e della viabilità, ha già ottenuto una significativa deroga”.

Ma non finisce qui, perché Lanusei, oltre al ridimensionamento dell’ospedale, potrebbe subire anche la chiusura del piccolo palazzo di giustizia, come previsto dagli studi della commissione Vietti istituita dal guardasigilli Andrea Orlando, la cui relazione è stata pubblicata a gennaio. Un potenziale uno-due che ha scatenato la durissima protesta della popolazione. In prima fila il sindaco Ferreli, che con il suo vice Salvatore Acampora si è sottoposto a sei giorni di sciopero della fame. Al clamoroso gesto del primo cittadino ha fatto seguito una lunga sequenza di manifestazioni, fiaccolate, cortei e assemblee pubbliche. L’ultima iniziativa è quella organizzata dall’Associazione dei cardiopatici ogliastrini, che in queste ore hanno iniziato lo sciopero della fame e dei farmaci salvavita. “E’ nato un vero e proprio movimento popolare – spiega Silvia Nonnis, del comitato #giùlemanidallogliastra -. Scendiamo in piazza per difendere il nostro territorio, che da una parte viene utilizzato per redigere i dépliant turistici mentre dall’altra è regolarmente bistrattato dalle istituzioni, che ora vogliono spogliarlo persino dei servizi più vitali. Non si tratta di semplici parole: un anno fa ho partorito la mia bambina alla trentaquattresima settimana, e se non fosse stato per la presenza del nostro ospedale molto probabilmente l’avrei persa”.

Al movimento di protesta ha aderito anche il regista ogliastrino Pietro Mereu, che sta lavorando al documentario “Il club dei centenari”, ambientato proprio nel territorio di Lanusei e dedicato agli “over 100” locali (vedi il trailer in questo articolo). Mereu – documentarista e autore televisivo – ha deciso di dedicare il prossimo lavoro video alle proteste dei suoi conterranei: “Accanto al film sui centenari, sto girando un nuovo documentario su questa epopea di lotta ogliastrina, che si intitolerà “Giù le mani dall’Ogliastra” – racconta -. Io in quell’ospedale ci sono nato e sempre lì, due anni fa, mio padre ha avuto salva la vita in seguito a un’infezione. Nessuno di noi può restare indifferente”.