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Giulio Regeni, Pignatone attacca la verità del Cairo: “Elementi non idonei a fare chiarezza. Attendiamo le carte richieste”

Dura risposta del procuratore capo di Roma all'ultima versione delle autorità egiziane, che hanno tirato in ballo cinque criminali comuni uccisi in uno scontro a fuoco. "La Procura del Cairo trasemetta gli atti da tempo richiesti e sollecitati"

Giuseppe Pignatone non ci sta e sul caso Regeni attacca le autorità egiziane. Sollecitando una collaborazione completa che finora non c’è stata su atti “da tempo richiesti e sollecitati” e mai arrivati. “La Procura di Roma ritiene che gli elementi finora comunicati dalla Procura egiziana al team di investigatori italiani presenti al Cairo non siano idonei per fare chiarezza sulla morte di Giulio Regeni e per identificare i responsabili dell’omicidio”. Lo ha affermato il procuratore capo della Capitale all’Ansa, dopo l’ultima “verità” proposta dal ministero dell’Interno egiziano, che ha addirittura postato su Facebook la notizia della morte, in un conflitto a fuoco, di cinque “criminali comuni” legati al caso del giovane ricercatore italiano assassinato a febbraio. Nessuna responsabilità degli apparati di sicurezza del governo al Sisi, dunque.

Diplomaticamente, Pignatone continua: “E’ quindi necessario che le indagini proseguano, come del resto si evince dal comunicato appena diramato dal ministero dell’Interno egiziano”. Poi la sollecitazione a onorare sul serio i proclami di collaborazione. I pm romani restano “in attesa che la Procura generale del Cairo trasmetta le informazioni e gli atti, da tempo richiesti e sollecitati, e altri che verranno richiesti al più presto in relazione a quanto prospettato ai nostri investigatori”.