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Siria, curdi: “Pronti a dichiarare regione autonoma nel nord”. No di Damasco e Turchia

Idris Nassan, responsabile per le relazioni internazionali del cantone di Kobane, ha annunciato ad Al Jazeera la possibilità imminente di riunire i tre cantoni curdi esistenti sotto un’unica autorità, la 'Federazione del nord della Siria'. Ankara è contraria: "No a iniziative unilaterali". Anche Damasco si oppone: "Quello di cui stiamo parlando qui è come salvaguardare l’unità della Siria", ha detto l'ambasciatore Bashar Jàafari, alla guida della delegazione del governo di Al Assad ai colloqui di Ginevra

La televisione panaraba Al Jazeera afferma che il principale partito curdo del nord della Siria, il Pyd, si appresta a dichiarare l’autonomia della regione dal potere centrale di Damasco. In una dichiarazione all’emittente, Idris Nassan, responsabile per le relazioni internazionali del cantone di Kobane, ha sostenuto l’esigenza di creare un nuovo sistema federale in Siria, affermando che esso darebbe “garanzie di democrazia”. Le aree “verranno nominate ‘Federazione del nord della Siria‘ e rappresenteranno tutti i gruppi etnici che vi abitano”, ha precisato Nassan ribadendo che si sta “allargando il quadro di autoamministrazione che i curdi e gli altri hanno formato”.

L’agenzia di stampa Hawar riferisce che circa 200 rappresentanti di vari gruppi etnici e religiosi si sono riuniti oggi a Rmelan, nella provincia siriana di Hassakeh, per una convenzione sulla “federazione democratica” che secondo fonti curde dovrebbe riunire i tre cantoni curdi esistenti sotto un’unica autorità. La fazione più grande, quella del Pyd, ha proclamato l’autonomia alla fine del 2013 per tre cantoni controllati dal partito, ovvero quello di Jazira, Efrin e Kobane.

Damasco, com’era nelle previsioni, si oppone. L’ambasciatore Bashar Jàafari, alla guida della delegazione del governo di Bashar Al Assad ai colloqui di Ginevra, ha seccamente respinto l’idea: “Quello di cui stiamo parlando qui è come salvaguardare l’unità della Siria” e rispettare l’integrità della Siria, territoriale e del popolo. “Scommettere sulla creazione di divisioni sarebbe un fallimento totale”, ha aggiunto rispondendo alle domande dei giornalisti al termine di un incontro con l’inviato speciale dell’Onu per la Siria, Staffan de Mistura. “I curdi siriani sono una componente importante del popolo siriano”, ha concluso affermando di rifiutare di commentare dichiarazioni unilaterali.

Anche la Turchia dice no: “Ankara sostiene l’unità nazionale della Siria – ha detto un funzionario del ministero degli Esteri di Ankara citato dall’emittente al Arabiya –  e non considera valida alcuna iniziativa federale unilaterale”.

Il partito curdo siriano è stato lasciato fuori dai colloqui di pace di Ginevra, come richiesto dalla Turchia che accusa la formazione politica di legami con il Pkk, ma il suo braccio armato, la milizia curdo-siriana Ypg, è diventato simbolo della resistenza curda davanti all’avanzata dello Stato Islamico: le Unità di protezione del popolo curdo, sono riuscite a liberare Kobane dalla presenza dei jihadisti grazie anche all’aiuto dei peshmerga e dei raid aerei della coalizione militare a guida Usa.

“Ogni comunità e ogni persona potrà vivere con la propria cultura e la propria lingua”, ha dichiarato Nesrin Abdullah, a capo dell’unità femminile dell’Ypg, citata dall’agenzia di stampa Firat. “Abbiamo due strategie fondamentali. Primo, proteggere il nostro popolo e la nostra terra contro l’Isis e altri attacchi. Secondo, creare un nostro sistema sociale”, ha aggiunto da Bruxelles.

Il governo siriano a Damasco sabato scorso ha escluso l’idea di un modello federale per il Paese mentre per l’alleato russo il federalismo potrebbe essere un modello possibile per la Siria. Un’eventuale dichiarazione di autonomia dei curdi siriani, finora sostenuti dagli Usa in funzione anti-Isis e osteggiati dalla Turchia, è destinata a provocare nuovi allarmi ad Ankara, secondo cui le autorità della regione sono legate al Pkk curdo e sono da considerare alla stregua di “terroristi”.