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Etero, bisessuali o omosessuali? Non più: il futuro è di chi sceglie la “sessualità fluida”

Sempre più adolescenti vivono con tranquillità e gioia un orientamento sessuale fluido e questo è un dato di fatto incontrovertibile. Un fenomeno ormai normale che potrebbe portare gli adulti di domani a vivere con maggiore consapevolezza la propria dimensione sessuale

C’era una volta la bisessualità, cioè l’orientamento sessuale noto ai più anche come “ndo cojo cojo”. È il verdoniano “’Na donna, n’omo, n’omo, na donna”, è l’attrazione verso entrambi i sessi, il non volersi negare nulla. La bisessualità, però, non ha mai goduto di stampa positiva. Considerato a volte come una scelta di comodo o, peggio ancora, come una “non scelta”, l’essere “di bosco e di riviera” per molti equivale a essere assai paraculi. C’è sempre stata una sorta di diffidenza verso i bisessuali, in pratica omosessuali che non ce l’hanno fatta. Una diffidenza che non è solo sessuale (semplicisticamente: doppi gusti, doppie chance di tradimento), ma anche e forse soprattutto affettiva. Troppa incertezza, troppe incognite, troppo sbattimento nel dover gestire una relazione sentimentale con chi gradisce tutto e da tutto può essere tentato.

E allora, visto che la bisessualità non piace praticamente a nessuno (forse neanche ai bisessuali stessi), da qualche tempo si è fatto largo un nuovo orientamento sessuale, anzi, forse è bene definirlo un “non” orientamento sessuale: la sessualità fluida. Non è una “scelta” da adulti, nossignore, ma un orientamento che si afferma già nei primi anni dell’adolescenza. Una recente ricerca di YouGov, effettuata su oltre 1600 ragazzi e ragazze tra 18 e 24 anni, ha rilevato che il 43% degli intervistati si identifica in una “sessualità liquida” senza etichette o incasellamenti. I giovani di oggi, per loro fortuna nati e cresciuti in una società più incline ad accettare le differenze, semplicemente non si pongono il problema di farsi etichettare e sono aperti alla fluidità dell’orientamento sessuale, al suo naturale assestamento nel corso degli anni, a sperimentazioni senza troppi patemi per conoscersi e conoscere i propri gusti. Questo atteggiamento rilassato e sereno nei confronti dell’identità sessuale è visto da alcuni, per intenderci da chi agita lo spauracchio della fantomatica ideologia gender, come il segno più evidente della “corruzione” delle anime candide dei figli del terzo millennio, l’effetto nefasto di quella cosa non meglio definita che chiamano “propaganda omosessualista”.

Posizioni estreme e integraliste a parte, l’approccio alla sessualità fluida (concetto coniato da Lisa Diamond della Utah University) è ancora contaminata da pregiudizi e stereotipi. Almeno quando ad affrontare il tema sono over 30, strutturalmente incapaci di comprendere il fenomeno. Innanzitutto sarebbe bene precisare che l’orientamento sessuale non può essere cambiato dal soggetto a suo piacimento, a seconda delle convenienze e delle circostanze. Quello che può essere fatto, invece, è sperimentare, interrogarsi anche attraverso una esperienza “sul campo”, analizzare in profondità.

Questa presunta promiscuità sessuale, se da un lato scandalizza i puritani, dall’altro può effettivamente aiutare i giovani ad accettare il proprio orientamento sessuale, qualunque esso sia. La fluidità sessuale (o il pansessualismo, in un certo senso) è incentivata anche da una pubblicità decisamente migliore rispetto all’antica bisessualità. Sono sempre di più i vip e le star che non hanno problemi a definirsi “fluidi”, a esporre pubblicamente la loro apertura sessuale. È un fenomeno che pubblicamente sembra più femminile che maschile (Cara Delevingne, Miley Cyrus, Kristen Stewart, Lindsay Lohan, giusto per citare qualche esempio), ma non dobbiamo farci fregare da questo dato. Gli uomini sono più restii ad ammetterlo, soprattutto se di età superiore ai 30 anni. Sono nati e cresciuti in una società ancora fortemente machista e l’accettazione è innanzitutto personale e privata, prima che pubblica. Ciò non vuol dire che il fenomeno della sessualità fluida sia meno diffuso tra gli uomini. Anzi. Chiunque abbia un minimo di dimestichezza con le nuove generazioni sa perfettamente che sono tantissimi i ragazzi che non vogliono etichette sessuali, che hanno esperienze con uomini e donne senza turbamenti o remore.

Secondo alcuni, il genere umano sta andando verso un pansessualismo sempre più diffuso, frutto delle “mode” e della società odierna. Secondo molti altri, invece, l’uomo è da sempre per sua natura “bisessuale” (o fluido, fate voi), una tendenza soffocata da convenzioni sociali e pregiudizi, ma che in fondo c’è sempre stata. È un complicato dibattito tra esperti, che però non incide minimamente sul fenomeno in sé. Sempre più adolescenti vivono con tranquillità e gioia un orientamento sessuale fluido e questo è un dato di fatto incontrovertibile. Un fenomeno ormai normale che potrebbe portare gli adulti di domani a vivere con maggiore consapevolezza la propria dimensione sessuale. Senza frustrazioni o repressioni, senza farsi condizionare dall’ambiente sociale che li circonda. Gli over 30 non hanno avuto questo privilegio e il cammino è stato più impervio. Beati i giovani d’oggi, dunque, perché guarderanno la sessualità negli occhi, la affronteranno con sicurezza e ne godranno con maggiore contezza. Fluidi, bisessuali, pansessuali? Semplicemente consapevoli, e non è poco.