Politica

Elezioni Milano, Gherardo Colombo non si candida: “Non mi riconosco nella sola sinistra della città”

L'ex pm dopo aver preso tempo ha diffuso una nota in cui declina l'invito di correre per le prossime amministrative: "Credo che la direzione e il senso del mio impegno non siano in questo momento in sintonia con il ruolo di sindaco"

L’ex pm Gherardo Colombo non si candiderà alle elezioni comunali per diventare il prossimo sindaco di Milano: “Non mi riconosco nella sola sinistra della città”, ha scritto in una nota. L’annuncio è arrivato dopo giorni di indiscrezioni e pressioni sulla sua possibile corsa per le amministrative in Lombardia. Nelle scorse ore, il grande rifiuto della vice di Pisapia Francesca Balzani di guidare l’area arancione in sostegno al candidato Pd Giuseppe Sala aveva fatto pensare che fosse un modo per lanciare l’ex magistrato. Che però si era preso 48 ore per pensare. Oggi la nota in cui annuncia il suo passo indietro: “Credo che la direzione e il senso del mio impegno non siano in questo momento in sintonia con il ruolo di sindaco che peraltro dovrebbe prevedere il supporto di una squadra di persone scelte con anticipo e ponderazione, competenti e fidate, con le quali condividere un percorso così importante per i cittadini”.

La proposta arrivata dalla sinistra che non sostiene il candidato Pd Giuseppe Sala, ha scritto Colombo, “mi porrebbe nella precisa posizione, almeno nella percezione generale, di chi esprime la sola sinistra della città. Una posizione nella quale non mi riconosco, pur condividendo alcuni principi di chi rappresenterebbe. Per queste ragioni penso di non poter accogliere un invito portato con amicizia, passione e insistenza, da persone amiche che stimo. Alle quali va ora il mio sincero ringraziamento”.

L’ex pm ha poi spiegato come la proposta di candidarsi a sindaco di Milano “ha prodotto in me una riflessione profonda e sofferta. Il motivo è legato proprio al mio attaccamento a Milano, all’importanza che hanno sempre avuto nella mia vita impegno e responsabilità e alla preoccupazione che i due principali candidati siano portatori di una managerialità efficiente ma lontana dai valori sociali e civili determinanti per un’autentica crescita della comunità”. Dopo le dimissioni dalla magistratura, otto anni fa, “ho intrapreso un percorso basato sull’indipendenza e sulla consapevolezza che la capacità di essere liberi sia il fondamento della democrazia. La diffusione del senso della giustizia e del rispetto delle regole, in funzione del rispetto delle persone, credo costituisca la strada principale per esercitare consapevolmente la libertà e marginalizzare la trasgressività drammaticamente diffusa nel Paese, a tutti i livelli”. Un percorso questo che “accogliendo la proposta di candidarmi, dovrei abbandonare, così come l’attività editoriale che considero decisiva per la stimolazione della conoscenza e, quindi, della libertà”.