Politica

Primarie Pd Napoli, bocciato il ricorso di Bassolino: “Fuori tempo massimo”. L’ex sindaco: “Farò appello”

I garanti bocciano (con 8 voti a 1) il reclamo dell'ex ministro: "Un colpo di spugna che offende la città". I delegati del suo staff lasciano la riunione decisiva prima di votare: "Ci rifiutiamo di partecipare a una discussione formale davanti a un disastro che si sta verificando in questa città". Il rivale sconfitto dalla Valente se la prende con i vertici del partito

Ricorso bocciato, nuove polemiche incrociate e altrettanta confusione. Il giorno della chiarezza alimenta nuovi veleni. Perché a Napoli, a tre giorni dalle primarie che hanno decretato Valeria Valente candidato sindaco del centrosinistra, il controllo dei voti è coinciso con la protesta di Antonio Bassolino e dei suoi esponenti nella commissione dei garanti, il cui ricorso (che chiedeva l’annullamento dell’esito del voto in 5 dei 78 seggi) è stato bocciato: “Invece di riflettere e discutere il Pd chiude gli occhi. E’ un colpo di spugna che offende le primarie e la città”. E poi in serata, riportano Repubblica Napoli e il Mattino, annuncia: “Farò appello”. L’ex sindaco secondo l’Ansa sta valutando di intentare un nuovo ricorso: ha 48 ore di tempo dalla proclamazione ufficiale della vittoria di Valente per proporre un nuovo appello che questa volta, però, non potrà essere sui risultati di singoli seggi ma contro l’intero svolgimento delle primarie.

L’inammissibilità del ricorso oggi è stata approvata con 8 voti favorevoli contro uno (di Fabio Benincasa, rappresentante di Centro Democratico). A chiedere di respingere il ricorso era stata la stessa Valente “perché presentato dopo la scadenza delle 24 ore, entro cui è possibile ricorrere contro il voto nei singoli seggi”. Il punto è proprio questo, in punta di regolamento. All’articolo 9 delle regole delle primarie si spiega che il ricorso contro il risultato di un singolo seggio può essere presentato entro 24 ore. Mentre lo staff di Bassolino lo ha presentato ieri. Entro 48 ore potevano essere invece presentati reclami contro l’intero risultato elettorale. Così il comitato ha proclamato la vincitrice e candidata sindaco, Valeria Valente. “E adesso pensiamo a NAPOLI e solo a #NAPOLI. #NapoliVALE” esulta lei su facebook.

E adesso pensiamo a NAPOLI e solo a #NAPOLI.#NapoliVALE

Pubblicato da Valeria Valente su Mercoledì 9 marzo 2016

Bassolino: “Sentenza preconfezionata”
Uno strappo. L’ex sindaco partenopeo (sconfitto dalla Valente per 425 voti), dopo il ricorso presentato ieri, oggi ha contestato le rassicurazioni del presidente nazionale del Pd Matteo Orfini e del vicesegretario Lorenzo Guerini, che hanno parlato di risultato non inficiato e non condizionato, nonostante i video e le denunce di irregolarità. “Ai vertici del Pd – ha scritto Bassolino su Facebook – qualcuno ha già emesso il verdetto prima che gli organi competenti abbiano esaminato i fatti. E’ una sentenza preconfezionata?“. Una presa di posizione a cui è seguita la scelta dei due rappresentanti bassoliniani in commissione di garanzia, riunita per il controllo dei voti: Vincenzo Serio e Antonio Giordano, infatti, hanno lasciato la riunione dei garanti. E hanno rilanciato le accuse: “Ci troviamo di fronte a una sentenza preconfezionata sul ricorso e non ci prestiamo a una farsa” hanno affermato, parlando con i giornalisti all’esterno della stanza dove la riunione è ancora in corso. Serio, poi, ha fornito anche altri dettagli non di poco conto relativi al discorso presentato: “Non lo discutiamo inutilmente per poi farcelo dichiarare illegittimo, perché sarebbe arrivato dopo i termini, per un cavillo, insomma. Noi – ha attaccato – ci rifiutiamo di partecipare a una discussione formale davanti a un disastro che si sta verificando in questa città”.

Ai vertici del PD qualcuno ha già emesso il verdetto prima che gli organi competenti abbiano esaminato i fatti. E’ una sentenza preconfezionata?

Pubblicato da Antonio Bassolino su Mercoledì 9 marzo 2016

L’accusa di Gotor a Orfini: “Capo fazione”
Oltre a Bersani, a parlare è stato – poco prima della riunione del comitato dei garanti – Miguel Gotor. Obiettivo delle sue accuse è stato il presidente nazionale del suo partito. “Matteo Orfini continua a interpretare il suo ruolo di presidente del Pd come un capo fazione – ha detto – Il massimo vertice del partito dovrebbe essere il garante di tutti i contendenti alle primarie e non anticipare giudizi e valutazioni nel mentre una commissione di garanti è all’opera e purtroppo c’è in corso un’inchiesta della magistratura che il Pd avrebbe dovuto essere in grado di anticipare. Per farlo però bisogna avere almeno coscienza dei problemi e non pensare di poterli rimuovere d’ufficio con dichiarazioni burocratiche e arroganti – è stata l’accusa di Gotor – che non si addicono al ruolo super partes che dovrebbe avere il presidente del partito”.