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Salvini a C’è posta per te di Maria De Filippi: Greggio e Iacchetti fanno da spalla al comizio

Una volta l'anno alla trasmissione arrivano i due conduttori del tg satirico en travesti. Ma non capiamo perché Maria sia scivolata nella tribuna politica. Forse ha solo voluto sfruttare l'appeal televisivo del leader leghista

Nuovo sabato televisivo, nuova vittoria per Maria De Filippi e il suo C’è posta per te: 5,3 milioni di spettatori (24,72% di share) contro i 4 raccolti da Ballando con le stelle su RaiUno (share al 19,05%). Una vittoria che non fa più notizia, visto che Bloody Mary non perde una sfida diretta al sabato sera da tempo immemore. Molto più interessante, invece, sarebbe capire se e quanto ha influito l’ospitata di Matteo Salvini nel programma di Canale5.

Il segretario federale della Lega Nord ha di fatto aperto la puntata di ieri sera, chiamato in studio da Ezio Greggio ed Enzo Iacchetti, nei panni di due attempate prostitute (Lomby e Piemo) che affermavano di avere avuto una liaison con Salvini dalla quale erano nati due pargoli. L’escamotage comico, evidentemente, serviva solo a ospitare il leader della Lega, forse cercando di sfruttarne anche in termini di ascolti l’appeal che ha su un certo target (elettorale e televisivo) molto vicino a quello di Maria De Filippi.

I politici ospiti in programmi di intrattenimento non sono certo una novità: solo per citare trasmissioni della De Filippi, come dimenticare Piero Fassino commosso a C’è posta per te, chiamato dalla sua anziana tata? O, ancora, il Renzi-Fonzie che ormai quasi tre anni fa si era presentato ad Amici indossando un chiodo?

Io mi sono divertito, lanciando anche diversi messaggi politici. E voi?

Pubblicato da Matteo Salvini su Sabato 5 marzo 2016

Nessuno scandalo, dunque, per la presenza di Salvini a C’è posta. Quello che ha stonato assai, però, è l’evidente intento propagandistico di tutta la faccenda. Greggio e Iacchetti – due signori che non fanno più ridere nessuno da almeno dieci anni e che cominciano a fare un po’ di tenerezza – si sono prestati con evidente trasporto a fare da spalla al comizio salviniano, con un segretario leghista che aveva studiato, conosceva la platea alla quale si stava rivolgendo. Guarda caso, infatti, ha citato più volte la Fornero (perché? Qual era il nesso con lo sketch affatto comico che stava andando in scena?), sapendo perfettamente che il pubblico defilippiano è composto in ampia parte da pensionati. E poi, verso la fine del desolante spettacolino comico, ecco il colpo di scena: “Sfido gli altri politici a venire qui e ad appoggiare la mia proposta per gli asili nido gratuiti per i bambini da 0 a 2 anni!”. Siamo lontani dall’eliminazione dell’Ici in diretta di berlusconiana memoria, ma la ratio resta quella.

Ma se politicamente l’ospitata è stata un comizio mascherato, è dal punto di vista televisivo che si è toccato il fondo. La comicità di Greggio e Iacchetti è stata ancora più greve e dozzinale del solito, senza un guizzo di ironia. Roba da chiedere scusa a Pier Francesco Pingitore, perché rispetto a quello che abbiamo visto ieri sera, il Bagaglino era Woody Allen.

Una volta l’anno, ormai siamo rassegnati, a C’è posta per te arrivano i due conduttori di Striscia en travesti. È tradizione e Maria De Filippi, inspiegabilmente, si diverte assai. Quello che non siamo riusciti a comprendere, però, è come mai Nostra Signora della Televisione sia cascata nella trappola salviniana del comizio sciuè sciuè, di una ospitata televisivamente inutile ma che politicamente potrebbe fruttare qualche prezioso decimale al leader leghista. Tutti conosciamo il potere della De Filippi e quindi anche il fatto che non è certo donna alla quale si impone qualcosa nei suoi programmi. Ma delle due, l’una: o Maria la Sanguinaria ha solo voluto sfruttare l’appeal televisivo di Salvini in un determinato settore di pubblico televisivo, fregandosene beatamente del rischio comizio e del messaggio politico; o qualcuno le ha chiesto di dargli spazio. Anche perché il centrodestra si sta giocando il tutto per tutto alle prossime elezioni amministrative a Roma (e i programmi della De Filippi sono romanocentrici anzichenò) e c’era bisogno di una spintarella.

Se conosciamo anche solo un po’ il modus operandi defilippiano, l’opzione corretta è la prima. Resta il fatto, però, che per vincere Maria non ha bisogno di Salvini ed è davvero un peccato che ci sia cascata (o ci sia voluta cascare).

 

(nella foto Salvini il 5 marzo alla Cittadella del Carnevale di Viareggio)