Cronaca Nera

Agguato a Taranto, fermati due fratelli accusati della morte di un pregiudicato

All'origine dell'omicidio ci sarebbero i continui litigi tra i due e la vittima. Migliorano le condizioni dei due feriti

Due persone sono state fermate nella notte con l’accusa di essere i killer che sabato 27 febbraio alla periferia di Taranto hanno freddato un uomo, sparando in mezzo ai passanti e ferendone lievemente due.

La vittima, Giuseppe Axo, 32 anni, pregiudicato, è morto poco dopo in ospedale. E’ stato colpito con cinque proiettili sparati con una mitraglietta Skorpion alla schiena e alle gambe in via Lago di Montepulciano, al rione Salinella. Mentre migliorano le condizioni dei due feriti: Leonzio Fontana, di 40 anni, e Tiziano Galileo, di 43, anche loro con precedenti penali. Il primo è stato giudicato guaribile in pochi giorni, il secondo è stato operato e per lui la prognosi è di 40 giorni. Immediate sono scattate le indagini della Squadra Mobile che, proseguite fino a notte fonda, hanno portato al fermo dei presunti autori del delitto. Si tratta di due fratelli, Antonio e Francesco Bruno, di 34 e 30 anni, con piccoli precedenti penali alle spalle, accusati di concorso in omicidio premeditato, tentato omicidio, detenzione e porto di arma da guerra e ricettazione aggravata.

I due sospettati sono stati interrogati a lungo in Questura dal procuratore aggiunto Pietro Argentino e dal pubblico ministero Maurizio Carbone. All’origine dell’omicidio ci sarebbero vecchi rancori tra i due fratelli e Axo. I primi screzi tra i presunti assassini e la vittima sarebbero cominciati una decina di anni fa, mentre il motivo scatenante è individuato dagli inquirenti in un litigio avvenuto nei giorni scorsi tra Axo e Francesco Bruno.

I due, secondo quanto accertato, sono venuti alle mani e ad avere la peggio è stato Bruno, che ha riportato la frattura del setto nasale e altre lesioni al volto. Ieri è scattata la vendetta da parte dei due fratelli che hanno raggiunto Axo in via Lago di Montepulciano a bordo di una Lancia Y. Il 32enne stava discutendo sotto un porticato con Fontana e Galileo. Dall’interno dell’auto Antonio Bruno, secondo la confessione resa agli investigatori, avrebbe esploso una raffica di 15 colpi contro i tre. Axo ha tentato di fuggire ma poi è crollato sull’asfalto. I due fratelli sono fuggiti lasciando l’auto sul luogo dell’agguato.