Politica

Unioni civili, Bagnasco: “Voto segreto sulla legge”. Governo: “Non decide la Cei”

Il cardinale Angelo Bagnasco interviene sul ddl Cirinnà in discussione in questi giorni in Parlamento. Subito la reazione da Palazzo Chigi: "In Senato decide il presidente, non la Conferenza episcopale italiana". Condanna della vice a Palazzo Madama Fedeli (Pd): "Chiedo rispetto per le istituzioni repubblicane"

La Chiesa cattolica torna a dire la sua opinione sulla legge per le Unioni civili. E questa volta dà indicazioni “procedurali” dirette alla politica: “Ci auguriamo”, ha detto il presidente della Cei Angelo Bagnasco, “che il voto sia a scrutinio segreto”. La fredda risposta del governo però è arrivata appena venti minuti dopo il lancio dell’agenzia: “Le esortazioni sono giuste e condivisibili”, ha commentato il sottosegretario ai rapporti con il Parlamento Luciano Pizzetti (Pd), “ma come regolare il dibattito del Senato lo decide il presidente del Senato. Non il presidente della Cei“. Dura condanna anche dalla vicepresidente di Palazzo Madama Valeria Fedeli (Pd): “Chiedo rispetto delle istituzioni della Repubblica italiana perché abbiamo regole di funzionamento e sedi per prendere tutte le decisioni che servono”.

Il cardinale Bagnasco è intervenuto a margine della messa per la giornata del malato: “Ci auguriamo”, ha detto, “che il dibattito in Parlamento e nelle varie sedi istituzionali sia ampiamente democratico, che tutti possano esprimersi, che le loro obiezioni possano essere considerate e che la libertà di coscienza su temi fondamentali per la vita della società e delle persone sia, non solo rispettata, ma anche promossa con una votazione a scrutinio segreto“. Solo ieri il segretario della Cei monsignor Nunzio Galantino aveva invece deciso di non parlare: “Ho fatto una scelta: mentre è in atto il dibattito parlamentare per rispetto delle istituzioni e del confronto politico, indipendentemente dal fatto che avvenga o meno nei modi giusti, preferisco fare silenzio e aspettare le decisioni del Parlamento, anche perché mi sembra che la situazione sia molto fluida se non proprio incerta”.

Le parole di Bagnasco hanno rianimato le polemiche del Parlamento, dopo che in Senato si è chiusa una giornata di dibattito a tratti incivile (Gasparri ha accusato Lo Giudice di aver “comprato suo figlio”). Dal Pd voci contrastanti. Il parlamentare Sergio Lo Giudice, tra i promotori del ddl ha commentato: “Intervenire sul calendario e sulle procedure di voto merita a pieno titolo la patente di un’ingerenza negli affari dello Stato che non dovrebbe competere alla Conferenza episcopale“. Diversa l’opinione del deputato cattodem Ernesto Preziosi però va contro il partito e commenta: “Il cardinal Bagnasco ha ragione: la libertà di coscienza non è un optional ed è garantita dalla Costituzionale ai parlamentari, specie su temi delicati. Spero che sia rispettata e che anzi si faccia ogni sforzo per raggiungere una posizione ampiamente condivisa”. Critica anche la capogruppo del Misto-Sel Loredana De Petris: “E’ un’interferenza gravissima. E’ chiaro che la Chiesa può esprimere il suo pensiero liberamente. Ci mancherebbe altro. Ma interferire sulle scelte procedurali all’interno di un’aula parlamentare è davvero gravissimo. Credo che in modo così smaccato non sia mai successo nella storia della Repubblica”.

Applaude alla dichiarazione di Bagnasco quasi esclusivamente il leghista Calderoli: “Si vede che avevo ragione io. Ora mi auguro che il presidente Grasso rifletta bene sulle parole del cardinale e, se ciò non bastasse, spero che sia lo stesso Bagnasco a scrivere una lettera al presidente Grasso sui voti segreti”. La dichiarazione del cardinale ha provocato subito dure reazioni da parte della politica. In prima linea il Partito democratico: