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Turchia, inchiesta su armi in Siria: chiesto ergastolo per direttore e caporedattore quotidiano di opposizione. “Spionaggio”

I giornalisti della testata erano stati arrestati il 26 novembre. Il presidente turco aveva promesso che gliela avrebbe fatta "pagare cara"

Dopo l’arresto del 26 novembre scorso adesso la procura di Istanbul ha chiesto una condanna all’ergastolo per i due giornalisti del quotidiano di opposizione Cumhuriyet, Can Dundan e Erdem Gul, rispettivamente direttore e caporedattore. L’accusa per i due è di “spionaggio” e “propaganda terroristica” per un’inchiesta su un presunto passaggio d’armi dalla Turchia alla Siria. A darne notizia è lo stesso sito del giornale turco. La richiesta passerà adesso al tribunale che dovrà approvarla prima di dare inizio al processo.

Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, l’aveva detto chiaramente: avrebbero pagato “un caro prezzo” Dundar e il suo giornale per la pubblicazione di quell’inchiesta. E così sta accedendo. Il 3 giugno scorso, in vista delle elezioni politiche un pm turco aveva già chiesto il carcere a vita per i due giornalisti, accusati di aver commesso “crimini contro il governo” e aver diffuso “informazioni riguardanti la sicurezza nazionale“. Ad avanzare la richiesta era era stato proprio uno dei legali del presidente tramite una denuncia penale.

Il reportage, pubblicato alla vigilia delle elezioni, svelava i metodi con cui l’intelligence turca, Mit, forniva armi ai ribelli siriani: le prove raccolte dai giornalisti mostravano camion con carico militare fermati a gennaio 2014 dalla gendarmeria nella provincia di Adana, mentre si dirigevano verso il confine con la Siria.

Il Cumhuriyet è solo l’ultimo dei giornali finiti nel mirino del “Sultano” turco: ad essere accusati di propaganda terroristica sono anche i quotidiani Hurriyet, Radikal, Taraf, Sozcu, Bugun eZaman, come pure le tv private Cnn Turk e Kanal D, tutte realtà che hanno espresso le loro critiche nei confronti del governo, raccontando la politica torbida del presidente. Ma l’odio del “Sultano” verso la libertà di stampa è andato oltre i confini turchi, prendendo di mira anche il New York Times, la Bbc e la Cnn, accusati di voler “indebolire la Turchia, dividerla e disintegrarla e poi dominarla“.