Diritti

Saracena, Comune vince la battaglia per l’acqua. Potrà abbassare le tariffe per legge

A luglio dello scorso anno, il sindaco Gagliardi era insorto contro la multa imposta dall'Authority per le tariffe troppo basse e la richiesta di adeguare i prezzi: da 26 centesimi a 1 euro e 40. Ora, grazie alla approvazione della nuova legge potrà gestire in autonomia l'acqua pubblica

“Finalmente viene rispettata la volontà referendaria sull’acqua pubblica”. Se non ha vinto la sua battaglia, poco ci manca. Non nasconde la sua soddisfazione Mario Albino Gagliardi, sindaco di Saracena, un piccolo comune di montagna, in provincia di Cosenza, che rientra nel Parco Nazionale del Pollino. Dal 2 febbraio entrerà in vigore la legge del 221 del 2015 pubblicata la scorsa settimana in Gazzetta Ufficiale. È il frutto anche delle audizioni di Gagliardi in commissione Ambiente, dove il sindaco di Saracena è riuscito a spiegare i paradossi del sistema di gestione delle acque in Italia. Nel luglio scorso, infatti, Gagliardi si era scagliato contro l’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico che ha multato Saracena per il costo dell’acqua applicato ai propri cittadini. Secondo il governo, in sostanza, il costo dell’oro blu del piccolo comune di montagna era troppo basso e così l’Authority aveva chiesto al sindaco Mario Albino Gagliardi di adeguare il prezzo alle tariffe nazionali facendolo quintuplicare.

Il fatto che Saracena gestisca l’intero ciclo delle acque (non affidandolo alla Sorical e quindi alla Regione Calabria) consentiva al Comune di far fissare il prezzo dai 26 centesimi per le fasce basse, a un massimo di 90 centesimi per le attività commerciali. Troppo poco per il governo che chiedeva a Saracena di far pagare l’acqua 1 euro e 40 centesimi, di gran lunga oltre il reale costo di gestione del servizio.

Con la nuova normativa, adesso, Comuni come quello di Gagliardi diventano, per legge, autonomi rispetto ai carrozzoni regionali che rendono di fatto privata l’acqua che un referendum ha stabilito dover essere pubblica. All’articolo 62, infatti, la legge 221 riconosce “le gestioni del servizio idrico in forma autonoma esistenti, nei comuni che presentano contestualmente le seguenti caratteristiche: approvvigionamento idrico da fonti qualitativamente pregiate; sorgenti ricadenti in parchi naturali o aree naturali protette; utilizzo efficiente della risorsa e tutela del corpo idrico”.

“Per questo risultato – afferma Gagliardi – devo dire grazie alla commissione Ambiente ma soprattutto a quanti, come il movimento ‘Forum dell’acqua pubblica’ e alcuni giornali, hanno dato risalto alla vicenda. Se non ci fosse stato un risalto nazionale alla questione, la nostra battaglia pur essendo giusta non avrebbe sortito questo effetto”.

Ma cosa cambia rispetto al passato? “Adesso noi non siamo soggetti all’Autorità unica regionale che non potrà interferire con il comune di Saracena. Gestiremo il servizio idrico attraverso la nostra azienda speciale. Questo ci consentirà di far pagare ai cittadini molto di meno degli altri calabresi perché non possiamo prevedere l’utile d’impresa che invece dovrà calcolare qualsiasi azienda a cui la Regione affiderà il servizio per gli altri Comuni. Saracena non deve guadagnare ma solo coprire i costi”.