Politica

Sondaggi, il M5s perde quasi un punto. Di Maio ne perde 3 tra i leader. Per il 55% “dipendenti Pa fannulloni o assenteisti”

I dati Ixè per Agorà. Tra i partiti Cinque Stelle in calo e Pd in lieve aumento. Centrodestra unito ancora secondo. Primarie di Milano: Sala in ampio vantaggio. Nello scontro con Juncker metà degli intervistati è con il premier. Per 3 su 4 è giusto licenziare gli assenteisti del pubblico impiego in 48 ore come vuole il governo

Il Movimento Cinque Stelle perde quasi un punto e torna al suo 25 per cento, il Pd recupera e torna stabilmente sopra al 33 e infine la conferma che se il centrodestra corre unito arriva al ballottaggio al posto del M5s. Il sondaggio settimanale di Ixè  per Agorà (Rai3) – 1000 intervistati, margine d’errore del 3% – risente ancora delle vicende politiche delle ultime settimane: in particolare il caso di Quarto e probabilmente anche la “prova di forza” del capo del governo con le istituzioni europee. Tra i leader, se da una parte il presidente del Consiglio Matteo Renzi resta stabile, il vicepresidente della Camera e membro del direttorio del M5s Luigi Di Maio perde 3 punti percentuali di gradimento in una settimana. Alle primarie di Milano, infine, Giuseppe Sala non sembra avere problemi contro i rivali Francesca Balzani e Pierfrancesco Majorino.

Tra i partiti, dunque, il Partito democratico sale al 33,5, con un lieve incremento dello 0,4 rispetto alla scorsa settimana. Flessione dello 0,8 dei Cinque Stelle che questa settimana vengono stimati da Ixè al 25,2. Seguono, come da mesi, la Lega Nord e Forza Italia: il Carroccio è dato al 14,1 per cento (con un aumento dello 0,6), mentre i berlusconiani salgono all’11,2 (+0,5%). Tra le altre forze politiche che riuscirebbero a entrare in Parlamento ci sono Sinistra Italiana (4,3, calo dello 0,5), Fratelli d’Italia (4 per cento, flessione dello 0,3) e Area Popolare (Udc più Ncd, 3,6, calo dello 0,1). Fuori, invece, tutti i partiti-atomo: Rifondazione Comunista, Verdi, Italia dei Valori e la forza di maggioranza Scelta Civica data allo 0,3. L’affluenza (virtuale) è in aumento: è al 57,6 per cento contro il 54 della scorsa settimana.

L’istituto diretto da Roberto Weber ha provato a misurare anche come andrebbe a finire la sfida delle primarie del centrosinistra di Milano se si votasse oggi. Il commissario unico di Expo Giuseppe Sala (candidato su cui punta Renzi) è dato in vantaggio ampio, con una forbice di preferenze che va dal 47 al 51 per cento, davanti al vicesindaco uscente Francesca Balzani (29-32), l’assessore al Sociale della giunta Pisapia Pierfrancesco Majorino (19-21) e l’indipendente Antonio Iannetta (0-1 per cento).

Stabile la fiducia nel governo, ancora al 27 per cento, dopo una serie di flessioni a partire da fine novembre (quando l’indice per l’esecutivo era al 32). Ixè ha anche chiesto se gli intervistati vedono segni di ripresa economica. Il 62 per cento risponde di no, il 33 dice di sì, con uno spostamento del 2 per cento in una settimana dai pessimisti agli ottimisti.

Renzi incassa poi il sostegno degli italiani intervistati nella vicenda dello scontro a distanza con il presidente della commissione Ue Jean-Claude Juncker: per il 50 per cento ha ragione, anche se c’è un terzo di intervistati che risponde “non so”, quindi non ha seguito o non ha capito bene di cosa si parla.

Interessante, infine, il dato sull’opinione degli italiani sui dipendenti pubblici: per il 55 per cento sono fannulloni o assenteisti, per il 38 sono preparati e attaccati al lavoro. Un dato che si riflette poi su un altro quesito, quello sui licenziamenti nella Pubblica amministrazione per i quali il governo ha approvato nuove misure: per 3 intervistati su 4 è giusto “licenziare in 48 ore” perché “chi sbaglia deve pagare”, per il 19 per cento è sbagliato perché tutti hanno diritto a una difesa.