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Migranti, Oim: ’31mila arrivi in Grecia in 18 giorni. Italia, subsahariani raddoppiati’

È la stima dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) che lancia l’allarme e prevede che il numero di arrivi marittimi nella penisola ellenica nel 2016 possa superare in modo significativo il record del 2015 di 853.650 migranti. Il numero di arrivi sulle coste italiane, invece, è sceso da 170.100 a 153.842, ma ora i siriani scelgono la rotta balcanica e sono aumentati nigeriani, somali e sudanesi. Rapporto Msf: "Paesi Ue hanno fallito sull'accoglienza"

In soli 18 giorni sono arrivati in Grecia via mare un quinto dei migranti sbarcati in Italia in tutto il 2015: 31.244 migranti, pari a circa 21 volte gli arrivi dell’intero mese di gennaio del 2015 quando furono registrati dalla guardia costiera 1.472 richiedenti asilo. È la stima dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) che lancia l’allarme e prevede che il numero di arrivi marittimi nella penisola ellenica nel 2016 possa superare in modo significativo il record del 2015 di 853.650 migranti.

Il 48% circa proviene da Siria, il 29% dall’Afghanistan, il 12% dall’Iraq. I pakistani rappresentano il 3% degli arrivi, 2% iraniani. In piccola parte, sono algerini, bengalesi, egiziani, eritrei, libanesi e marocchini. Secondo l’Oim, quasi il 90% dei migranti appena arrivati sono autorizzati ad attraversare i confini della Grecia con l’ex Repubblica iugoslava di Macedonia (Fyrom). Secondo la polizia greca, quasi 31.100 hanno già varcato la frontiera questo mese.

La conta dei naufragi e delle loro vittime non si arresta. Sono già almeno 77 i migranti morti nel mar Egeo tra il 1° e il 18 gennaio, periodo nel quale la situazione è peggiorata a causa delle cattive condizioni metereologiche. Tre naufragi sono stati registrati in soli tre giorni, dal 15 al 18 gennaio, quando la Guardia costiera greca ha salvato 20 persone, provenienti da Iraq e Siria, al largo dell’isola di Agatonisi.

Tre bambini, due maschi e una femmina, hanno però perso la vita. Sabato, sono morte annegati altri sei migranti per il naufragio di un barcone al largo dell’isola di Samos, mentre un bambino è annegato quando un barcone si è capovolto al largo di Farmakonisi: 63 persone sono state tratte in salvo. In Italia sono invece 18 i migranti annegati dall’inizio dell’anno nel Canale di Sicilia.

In Italia, emerge poi dai dati dell’Oim, il numero complessivo di arrivi nel 2015 è stato inferiore a quello registrato nel 2014, con 153.842 migranti contro i 170.100 dell’anno prima, ma se si considera il fatto che i siriani ora passano dalla Grecia in realtà il numero di migranti provenienti dall’Africa subsahariana è sostanzialmente raddoppiato rispetto al 2014.

“Sebbene possa sembrare che l’Italia nel 2015 abbia registrato un calo negli arrivi, dobbiamo considerare che nel 2014 la Siria era il paese di origine più rappresentato tra i migranti che raggiungevano le coste italiane, mentre nel 2015 questo flusso è calato dal momento in cui i siriani hanno principalmente raggiunto l’Europa attraverso la rotta greca”, ha spiegato il portavoce dell’Oim Flavio Di Giacomo.

“Quindi, se non includiamo i siriani – continua ancora il portavoce – il numero di nigeriani, somali e sudanesi che sono arrivati in Italia via mare nel 2015 è più che raddoppiato rispetto all’anno scorso, mentre il paese di origine più rappresentato è stato l’Eritrea, con 39.162 arrivi” secondo le cifre ufficiali fornite dal ministero dell’Interno italiano.

Mentre gli arrivi aumentano, il sistema di accoglienza dei Paesi Ue non migliora. Anzi. Medici Senza Frontiere denuncia in un rapporto diffuso oggi il catastrofico fallimento dell’Unione Europea nel rispondere ai bisogni umanitari di rifugiati, richiedenti asilo e migranti nel 2015 e presenta una fotografia drammatica, emersa dai progetti MSF per la migrazione, dell’impatto medico-umanitario delle politiche europee su migliaia di persone in fuga.

“Non solo l’Unione Europea e i governi hanno fallito collettivamente nell’affrontare la crisi, ma con le loro barriere e la risposta caotica ai bisogni umanitari delle persone in fuga hanno di fatto peggiorato le condizioni di migliaia di uomini, donne e bambini già vulnerabili”, ha dichiarato Brice de le Vingne, direttore delle operazioni di Msf. Il rapporto “Corsa a ostacoli verso l’Europa” mostra le conseguenze umanitarie delle decisioni europee e dimostra come le politiche di deterrenza abbiano costretto Msf e altre organizzazioni ad aumentare drasticamente le proprie attività nei punti di ingresso all’Europa.