Scienza

Cancro, studio Usa: “Dieta ricca di zuccheri aumenta rischio tumore al seno”

Gli esperti dell’American Institute for Cancer Research (Aicr) si mostrano però prudenti. “È uno studio interessante, ma - sottolinea Susan Higginbotham, vice presidente ricerca dell’Aicr - è importante ammettere che si tratta di un singolo studio, e che i test sono stati effettuati al momento solo sui topi, e non ancora sulle persone

Dopo gli insaccati e le carni lavorate tocca agli alimenti ricchi di zuccheri salire sul banco degli imputati, per il loro possibile collegamento con l’insorgenza di alcuni tipi di tumore. Sotto accusa il cosiddetto junk food, o cibo spazzatura, con un’alta concentrazione di saccarosio e fruttosio, come bevande gassate, o salse. Secondo uno studio Usa dell’University of Texas MD Anderson Center, pubblicato sull’edizione online di “Cancer Research”, questi cibi, molto diffusi nei Paesi occidentali, potrebbero aumentare il rischio di sviluppare un tumore al seno, in grado di diffondersi potenzialmente anche ai polmoni.

“Abbiamo scoperto che l’assunzione di alte dosi di saccarosio e fruttosio da parte dei topolini di laboratorio, con livelli paragonabili a quelli delle diete occidentali, porta a una maggiore crescita del tumore e delle metastasi, rispetto a chi ha un regime alimentare povero di zuccheri”, spiegano i ricercatori Usa al quotidiano britannico “Telegraph”. Al centro dello studio Usa i processi d’infiammazione favoriti dal metabolismo degli zuccheri. “Abbiamo osservato, in particolare – precisa Lorenzo Cohen, uno degli autori della ricerca -, che è il fruttosio, contenuto nello zucchero da tavola e nello sciroppo di mais, prodotti onnipresenti all’interno del nostro sistema alimentare, a essere maggiormente coinvolto in questo legame con lo sviluppo del tumore al seno e delle metastasi polmonari. Identificare i fattori di rischio per il cancro al seno – aggiunge lo studioso – è una priorità di salute pubblica”.

Secondo l’ultimo report “I numeri del cancro in Italia”, relativo al 2014 e redatto dall’Associazione italiana registri tumori (Airtum) e dall’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), in Italia sono 366mila nel 2014 le nuove diagnosi di tumore (esclusi i carcinomi della cute), circa il 46% delle quali fra le donne. Il tumore alla mammella, oggetto dello studio Usa, è il secondo più frequente in Italia, dopo quello al colon, e il più diagnosticato fra le donne, con una frequenza del 29%. Nel nostro Paese, stimano gli esperti, nel corso della vita circa un uomo su due e una donna su tre si ammalerà di tumore.

“Da tempo è nota la correlazione tra la cosiddetta sindrome metabolica (obesità/elevati trigliceridi/ridotto colesterolo HDL/elevata glicemia) e il rischio di cardiopatie, ictus e diabete – afferma a Ilfattoquotidiano.it Alfonso Bellacosa, del Fox Chase Cancer Center di Philadelphia – Più di recente, a mettere i grassi e gli zuccheri della dieta sul banco degli imputati ha contribuito anche il riconoscimento dell’associazione della sindrome metabolica con un aumentato rischio di cancro a carico di numerosi organi, tra cui mammella, colon-retto, endometrio e pancreas”.

Secondo lo studio Usa appena pubblicato, occorreranno ancora altri studi per dimostrare il meccanismo molecolare di questa correlazione. “I motivi di questa associazione non sono ancora chiari – sottolinea Bellacosa -. Ora questo studio su Cancer Research fornisce una possibile spiegazione. Una dieta ricca di zuccheri cosiddetti semplici, come glucosio e in particolare fruttosio, fornita ai topolini di laboratorio – precisa lo studioso italiano – favorirebbe la crescita del tumore alla mammella e la formazione di metastasi, attraverso la produzione di alcuni grassi derivati dall’acido arachidonico, ad azione infiammatoria e pro-tumorale. Il condizionale è d’obbligo – aggiunge Bellacosa -, perché il metabolismo dell’acido arachidonico differisce in maniera significativa tra l’uomo e il topo”.

Gli esperti dell’American Institute for Cancer Research (Aicr) si mostrano, infatti, prudenti. “È uno studio interessante, ma – sottolinea Susan Higginbotham, vice presidente ricerca dell’Aicr – è importante ammettere che si tratta di un singolo studio, e che i test sono stati effettuati al momento solo sui topi, e non ancora sulle persone. Non esistono evidenze scientifiche definitive – continua l’esperta – che lo zucchero causi direttamente il cancro negli esseri umani. Noi raccomandiamo di limitare il consumo di cibi energetici, e di evitare bibite zuccherine – precisa la studiosa dell’Aicr -, ma le attuali evidenze suggeriscono che non è necessario evitare del tutto gli zuccheri”.

“I risultati di questo studio suggeriscono ancora di più, se ce ne fosse ancora bisogno – sottolinea Bellacosa -, l’importanza di ridurre l’assunzione di zuccheri semplici, come zucchero da tavola, dolci, bevande zuccherate, e di grassi ad azione infiammatoria, come quelli contenuti negli insaccati. E questo – aggiunge lo studioso italiano a Philadelphia -, non solo per ridurre l’incidenza del cancro, ma anche di malattie cardiovascolari e diabete. Bisogna, invece, incrementare l’assunzione di zuccheri complessi (amidi di pasta, riso, o patate) e non digeribili (fibre), come quelli contenuti in frutta, verdura, legumi e cereali integrali, nonché di grassi ad azione antinfiammatoria, come quelli contenuti in pesce azzurro, salmone, olio d’oliva e frutta secca. Il tutto – conclude Bellacosa -, ancora meglio se accompagnato da una regolare attività fisica aerobica, che consenta di bruciare zuccheri e grassi in eccesso”.
L’Abstract dello studio Usa