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Gli uomini gay sono i migliori amici delle donne. Dall’America arriva la prova scientifica del “legame perfetto”

A dirlo è uno studio pubblicato sulla rivista Archives of Sexual Behavior effettuato da un'equipe di psicologi della University of Texas di Arlington. Il binomio d'altronde è già stato ampiamente celebrato da numerosi film e serie televisive a partire dall'amicizia invidiabile tra Carrie Bradshaw e Stanford Blatch in Sex and the City

I migliori amici di una donna sono gli uomini gay. A dirlo è uno studio pubblicato sulla rivista Archives of Sexual Behavior effettuato da un’equipe di psicologi della University of Texas di Arlington secondo cui l’amicizia tra donne etero e maschi gay avrebbe tutte le caratteristiche del legame perfetto. Il binomio d’altronde è già stato ampiamente celebrato da numerosi film e serie televisive: dall’amicizia invidiabile tra Carrie BradshawStanford Blatch in Sex and the City a quella esilarante tra Will Truman e Grace Adler nel telefilm Will e Grace, senza dimenticare il legame tra George Downes e Julianne Potter ne Il matrimonio del mio migliore amico. Ma “l’amicizia uomo gay-donna etero è un legame più profondo di quello che siamo abituati a vedere in televisione” spiega Eric Russel, coordinatore della ricerca, secondo cui “la formazione di queste relazioni, nel mondo reale, è guidata da processi sociali e psicologici ben precisi”.

I motivi che porterebbero le donne a preferire un amico omosessuale sono diversi. Innanzitutto l’assenza di “conflitti d’interesse” o secondi fini: un amico gay ci sarà sempre nel momento del bisogno e dopo averti aiutata non cercherà di portarti a letto. In secondo luogo una donna, seppur amica, è sempre una potenziale rivale, in amore come in altri campi e questo porta a una mancanza di fiducia per quanto riguarda i suoi consigli: che si tratti di dritte per un appuntamento, suggerimenti su cosa indossare o quale paio di scarpe comprare, una donna è portata a fidarsi molto di più dell’opinione di un amico gay.

Lo studio americano si è concentrato su un campione di 700 studentesse eterosessuali coinvolte in quattro studi differenti: i risultati dei diversi esperimenti hanno convito i ricercatori a confermare il binomio perfetto, sottolineando che il meccanismo è molto più accentuato in ambienti altamente competitivi, come le università, dove la ricerca del partner si scontra con un numero elevato di rivali.