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Gerusalemme, continua l’intifada dei coltelli. Palestinese ucciso mentre tentava di colpire agenti israeliani

L'episodio è avvenuto nelle vicinanze della Città vecchia. L'uomo aveva destato i sospetti dei poliziotti che si sono avvicinati per un controllo. L'escalation ha già provocato oltre 150 morti, quattro nel giorno della vigilia di Natale. L'appello del Papa il giorni di Natale: "Dove è nato Gesù la pace è un dono da invocare e costruire"

La polizia israeliana ha ucciso un palestinese mentre cercava di accoltellare alcuni agenti. L’episodio è avvenuto nelle vicinanze della Città vecchia di Gerusalemme: l’uomo aveva destato i sospetti dei poliziotti che si sono avvicinati per un controllo. A quel punto il palestinese si è gettato su uno degli agenti con un coltello provocando la reazione dei compagni che hanno aperto il fuoco uccidendo l’assalitore. Gli agenti sono rimasti illesi.

L’episodio è solo l’ultimo della lunga ondata di violenza iniziata lo scorso ottobre e rinominata “intifada dei coltelli“: la maggior parte degli attacchi sono infatti perpetrati con armi da taglio. I sostenitori dell’intifada incoraggiano il proseguimento della lotta armata contro i civili israeliani con lo scopo di promuovere la questione palestinese. Ad oggi si contano 135 palestinesi morti e almeno 20 vittime israeliane. Alla vigilia di Natale erano stati quattro i palestinesi uccisi dall’esercito israeliano.

Il giorno di Natale il Papa ha lanciato un appello per la pace in Medio Oriente, con un riferimento specifico alla Palestina: “Dove è nato Gesù”, ha detto il Pontefice, “continuano tensioni e violenze e la pace rimane un dono da invocare e da costruire”. L’auspicio di Francesco è che israeliani e palestinesi “possano riprendere un dialogo” e “giungere ad un’intesa che permetta ai due Popoli di convivere in armonia, superando un conflitto che li ha lungamente contrapposti”, con “gravi ripercussioni” sulla Regione.