Società

Mezzogiorno, scusate il ritardo

libri 675

Letture consigliate sotto l’albero di Natale. È appena uscito Scusate il ritardo. Una proposta per il Mezzogiorno d’Europa per i tipi di Donzelli, raffinatissimo editore, passato in Einaudi (dove causa pragmatismo era il Signor Eccheccivuole) e Marsilio, orticaria da ebook, costante attenzione verso il Sud, un piede in Calabria nella nativa Catanzaro, l’altro a Roma. Pubblicato nella collana delle Saggine dove in piccoli saggi trovano spazio grandi temi, il libro ha un titolo che riecheggia quello d’un film cult dell’indimenticabile Massimo Troisi. È scritto a quattro mani da due anime belle del sud, Gianni Pittella (oggi capogruppo del Pse al Parlamento europeo, il primo italiano a ricoprire questo ruolo, un lungo infaticabile impegno presso quella istituzione a far sentire, alta, la voce del sud) e Amedeo Lepore (economista, meridionalista impegnato come assessore nel rilancio della Regione Campania). Prestigiosa la prefazione di Matteo Renzi sulla strategia del governo per restituire a questo pezzo di Paese la sua naturale capacità di crescita, un sud come “luogo dell’identità italiana” accompagnata, sul finire, dalla narrazione di 11 progetti strategici coordinati da Claudio Cipollini (una vita spesa in progettazione e gestione di progetti innovativi), quasi a voler disegnare una nuova grammatica del sud.

Un libro dall’indiscusso merito di sottrarreil Mezzogiorno a un dibattito decennale, ormai stanco, d’un sud da negatività e l’ambizione di trasformarlo in risorsa. Una visione operativa e 11 progetti che sanno d’una nuova frontiera meridionale. Dalla Fondazione “Con il Sud” di Carlo Borgomeo, un must in fatto di sviluppo locale e l’obiettivo di fare comunità il più possibili coese, creando infrastrutturazione sociale, all’utilizzo a fini sociali dei beni confiscati alle organizzazioni criminali di Mario Caputo, uno dei temi più suggestivamente veri a sud e non solo: la lotta a quella zavorra che è la criminalità organizzata con un Piano nazionale d’intervento, dall’housing sociale agli spazi urbani di comunità dedicati a creatività, agricoltura ed economia sociale; dalla produzione alimentare di Antonio Schiavelli sulla necessità di superare l’ambito regionalistico, per una nuova programmazione nazionale delle politiche agricole tese a creare una rete capace di fare da collante per una “costellazione” di eccellenze del Mezzogiorno e proiettarle sui mercati internazionali, perché in un tempo come il nostro, da followers del cibo, il gusto e la sapidità dei territori diventano ricerca non più di nicchia ma sfida politica globale in cui il sud ha una possibilità vera d’emersione, a Matera 2019 di Claudio Cipollini, dove l’occasione: Matera “scintilla d’un nuovo sud” capitale europea della cultura nel 2019 diventa possibilità di declinare all’unisono cultura come bene comune indispensabile e innovazione (di prodotti e servizi): l’officina creativa, l’intelligenza collettiva come possibilità di crescita d’un territorio (Pompei, il Museo di Capodimonte o quello di Taranto, la Reggia di Caserta…); dai territori intelligenti di Franco Rossi, con città meno energivore e nuove sensibilità diffuse per i mutamenti climatici, da buone pratiche di pianificazione del territorio che si fa bene collettivo ed una sostenibilità ambientale che oramai è natura delle cose alle Zes di Aldo Berlinguer, capaci di ridisegnare una fiscalità differenziata da attrattività e nuove competitività, sino alle rinnovabili di Mariano Giustino, con filiere da produzione di biomasse.

Un libro vero, un saggio veloce dall’obiettivo ambizioso: il cambiamento del punto di vista, della focalizzazione sul Mezzogiorno. Non più un sud dolente che si piange addosso sulle negatività, non più un luogo del rimpianto ma un cambio di passo per una realtà pulsante, viva, e la conseguente presa di coscienza della sua centralità da luogo cuore d’Europa, centro del Mar Mediterraneo. Da prospettiva euromediterranea. Per troppo tempo il sud ha sofferto d’una sorta d’amnesia dimenticando il suo ruolo strategico non solo per l’Europa ma per l’intero Mediterraneo, un ponte tra civiltà capace di parlare il nuovo linguaggio della solidarietà e della pacificazione, protagonista d’un futuro migliore come quel modello da villaggio globale che per Gianni Pittella oggi è Riace. Questo libro ha il merito di restituire una rinnovata consapevolezza. Non più periferia ma centro da new quot e nuova possibilità di ripresa dell’intero Paese.