Diritti

Disabilità, bambino in carrozzina nella stanza di fortuna. I genitori: “Lo teniamo a casa fino a che non avremo risposte adeguate”

“Se questa è la scuola pubblica, lo Stato si vergogni. Intanto mio figlio resta a casa fino a che non avrò risposte adeguate”. Sono queste le parole ai microfoni de ilfattoquotidiano.it che racchiudono tutto il dolore di Cristina, la mamma di Alessio, bambino disabile di otto anni, la cui storia è stata condivisa da migliaia di utenti sul web. Una vicenda racchiusa in una fotografia che getta un’ombra sul sistema scolastico pubblico italiano. Nell’immagine scattata dalla mamma nella scuola elementare Tullia Zevi di via Pirgolete a Casal Palocco a Roma è ritratto Alessio sulla sua carrozzina in una stanza angusta definita “aula di sostegno” con un materasso davanti, materasso utilizzato per il cambio di pannolino. “Voglio delle risposte dalle istituzioni, voglio che mi dicano perché mio figlio ha avuto questo tipo di trattamento” aggiunge Cristina che ha vissuto fino a poco tempo fa con la sua famiglia in America e non ha mai avuto problemi di alcun tipo perché “all’estero la disabilità è considerata una cosa normale”. Inoltre, nella scuola, che fa parte del X Municipio (quello che comprende anche Ostia), sciolto dal Governo per mafia quest’anno , continua la mamma di Alessio “ci sono stati anche problemi relativi all’invio dell’AEC”, l’Assistenza educativa ai minori disabili in ambito scolastico. Intanto è stato diffuso dall’indirizzo mail della scuola un comunicato all’Ansa, firmato proprio dalla dirigente, Eugenia Rigano, dove la preside scrive che “stando a quanto mi è stato riferito dai miei collaboratori e da chi ha direttamente assistito ai fatti, questi non si sono affatto svolti” e che “ i genitori del minore sanno bene con quanto impegno e quanta sensibilità, egli sia sempre stato seguito nel nostro istituto”, per questo “mi riservo, dopo un’attenta e serena riflessione, di intraprendere ogni iniziativa che si presenti come necessaria per ripristinare la verità”. Abbiamo cercato la preside per una replica ai nostri microfoni, ma ci è stato risposto dalla sua segreteria: “Ora non è possibile, riprovate tra qualche giorno