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Maratona di New York, italiano scompare dopo la corsa. Ritrovato a Manhattan

L'atleta trentenne di Terni aveva fatto perdere le proprie tracce dopo aver tagliato il traguardo. Si è presentato a un posto di polizia dopo due giorni di ricerche. Era stato iscritto alla manifestazione dal San Patrignano Running Team. L'allarme era partito dai compagni di squadra

Scomparso dopo aver tagliato il traguardo e ritrovato due giorni dopo la gara. Sono finite le ricerche di Gianclaudio Proietti Marengo che, domenica scorsa, aveva partecipato alla maratona di New York e, una volta terminato il percorso, aveva fatto perdere le proprie tracce. Proietti Marengo, 30 anni, di Terni, si è infatti presentato, – accompagnato da un passante che l’aveva riconosciuto e a distanza di due giorni – a un posto di polizia a Manhattan: è in buone condizioni di salute ed è stato ricoverato in via precauzionale per accertamenti e “una visibile disidratazione” come spiega la Comunità di San Patrignano e in serata partirà con i compagni per Milano.

Il giovane, aveva partecipato alla Maratona più famosa del mondo insieme a un gruppo di amici della stessa comunità. Dopo aver tagliato il traguardo però, si era accorto di aver perso il foglio sul quale erano appuntati l’indirizzo dell’albergo dove alloggiava e le indicazioni per arrivarci. Senza sapere come tornare dai compagni ha deciso di restare nei paraggi della linea di arrivo, sperando di poter incontrare qualcuno di conosciuto. Così non è stato e, dopo aver mangiato una pizza, Marengo ha dormito in strada.

Il giorno dopo l’atleta è andato in aeroporto, nella speranza di incontrare i compagni di squadra ma, non avendo i documenti non ha potuto passare i controlli ed è tornato in città. Dopo aver dormito per la seconda notte in strada, mercoledì mattina è stato notato da un passante che, dopo averlo riconosciuto grazie alle foto trasmesse dalle reti locali, lo ha accompagnato alla stazione di Polizia più vicina.

Poco prima della gara, durante un incontro al consolato italiano, Marengo aveva raccontato di essere stato già in due centri di recuperi prima di stabilirsi nella comunità fondata da Vincenzo Muccioli. “E’ successo dopo un’overdose che mi ha fatto toccare il fondo – ha spiegato – Avevo disperatamente bisogno di un punto di svolta“. Da oltre tre anni ha trovato rifugio a San Patrignano, dove lavora nella falegnameria della comunità: “All’inizio è stato difficile adattarmi alle regole della comunità – ha spiegato – Ero una persona sola, incapace di stare insieme agli altri. Ma tutto ad un tratto ho aperto il mio cuore e ho lasciato che gli altri mi aiutassero”. Nella corsa ha scoperto “un buon modo per perdere peso e togliermi dalla testa i problemi che stavo vivendo”. Per questo motivo la comunità l’aveva premiato inserendolo nel San Patrignano Running Team che da tre anni partecipa alla Maratona di New York.