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Gender Bender, a Bologna il festival internazionale che “rompe i pregiudizi in maniera elegante”

“L’edizione di quest’anno cade in un momento molto delicato – spiega a FQ Magazine l'assessore regionale alla Cultura emiliano romagnolo, Massimo Mezzetti - in cui si nota una regressione culturale che mina il rispetto per le diversità che da sempre contraddistingue Bologna”. Il calendario di eventi, dal titolo “Senza trucco”, è ricco

Tredici edizioni fa era un piccolo festival di nicchia nato per parlare dei diversi orientamenti sessuali, partendo dalle rappresentazioni del corpo e delle identità di genere. Oggi, invece, è entrato a far parte di Effe, il circuito di kermesse consigliate dall’Europa per il loro straordinario lavoro di promozione culturale. E’ il Gender Bender, il festival internazionale inventato da Daniele Del Pozzo, direttore artistico, e prodotto dal Cassero di Bologna, per raccontare, attraverso il linguaggio dell’arte e della cultura, identità, genere e sessualità.

In pratica, per dirla con le parole dell’assessore regionale alla Cultura emiliano romagnolo, Massimo Mezzetti, “per rompere i pregiudizi in maniera elegante e uscire dalle volgari diatribe che caratterizzano, almeno in parte, il dibattito pubblico, attraverso un’offerta di qualità”. Che nello specifico, per quanto riguarda l’edizione 2015 della kermesse, a Bologna dal 31 ottobre all’8 novembre, significa 70 spettacoli dislocati in 16 location del capoluogo emiliano romagnolo e un lungo elenco di ospiti e tributi, tra cui Teresa De Sio, Michela Marzano, Nicla Vassallo e Mariangela Gualtieri, fino al documentario dedicato al timoniere Sulu di Star Trek.

“L’edizione di quest’anno cade in un momento molto delicato – spiega Mezzetti – in cui si nota una regressione culturale che mina il rispetto per le diversità che da sempre contraddistingue Bologna”. Una regressione, sottolinea l’assessore, “dettata da una minoranza rumorosa e che desta non poca preoccupazione”. Le polemiche quest’anno il Gender Bender le ha volute evitare, di solito lo scontro era con la Curia o con il centrodestra cittadino, però il messaggio resta: “Raccontiamo storie di vita concrete”. Un melting pot di volti e nomi provenienti da tutto il mondo, continente dopo continente: Cina, Danimarca, Spagna, Israele, Germania, Gran Bretagna. E poi Cile, Argentina, Stati Uniti, Australia, per citarne qualcuno.

In pratica, spiega Del Pozzo, “Gender Bender 2015 getta il suo sguardo sempre più in là, portando in Italia opere e artisti di tanti paesi diversi, come il coreografo cinese Er Gao, che presenterà in prima assoluta il suo spettacolo ‘Disco-Teca’, senza però perdere la realtà locale, perché metteremo in scena anche le opere di artisti italiani che hanno scelto Bologna come città d’adozione”.

Il calendario, dal titolo “Senza trucco”, è ricco, quest’anno il ministero per i Beni e le attività culturali ha aumentato il suo contributo, da 8 a 25.000 euro, che si sommano ai 55.000 stanziati dalla Regione Emilia Romagna e dai 25.000 versati dal Comune di Bologna. Si parte dai due eventi clou della kermesse, cioè la proiezione, il 2 novembre, del film “Salò o le 120 giornate di Sodoma” di Pier Paolo Pasolini, che si inserisce nelle iniziative del Comune di Bologna per celebrare i 40 anni dalla morte del regista, e lo spettacolo che la compagnia Teatro sotterraneo metterà in scena il 6 novembre in Piazza dei Martiri, “di cui non però si possono svelare i dettagli”, precisano gli organizzatori. Poi c’è la danza, con 12 spettacoli e 22 repliche, Er Gao capofila, che porterà sul palco una Repubblica Popolare alle prese con la disco music, l’arte e la musica. Senza dimenticari i documentari. Tra gli altri, “Fassbinder: to love without demands”, realizzato da Christian Braad Thomsen, e dedicato all’amico regista tedesco Rainer Werner Fassbinder, trasmesso al Lumiere l’1 novembre, e poi The Law, sulla vita di Simone Veil, una delle prime donne ministro, nata a Nizza nel 1927, deportata ad Auschwitz e poi diventata politico in Francia.