Cronaca

Campania, Osservatorio su giornalisti minacciati. Ma a proporlo è Cesaro jr

La richiesta che la Regione tuteli i cronisti in un territorio difficile proviene dal figlio di "Giggino 'a purpetta", sotto inchiesta da parte dell'Antimafia di Napoli. E a provvedere, se la proposta passasse, sarebbe il governatore De Luca, noto per i suoi virulenti attacchi alla stampa

La proposta del capogruppo regionale di Forza Italia Armando Cesaro al Governatore Pd della Campania Vincenzo De Luca merita attenzione e plauso: l’istituzione di un Osservatorio regionale che protegga i giornalisti intimiditi su un territorio particolarmente difficile. Per difenderli dalle minacce dei camorristi, dalle vessazioni degli editori scorretti, dalle querele temerarie dei politici. Fornendo strumenti e risorse ai cronisti che potranno chiedere aiuto anche in forma anonima. Cesaro fa sapere di avere avuto l’idea nel corso delle celebrazioni settembrine per il trentennale dell’omicidio di Giancarlo Siani, il giornalista del Mattino ucciso dalla camorra per le sue inchieste sui clan di Torre Annunziata.

La singolarità dell’ordine del giorno che chiede la creazione dell’Osservatorio, e che verrà discusso nel corso del consiglio regionale del 30 ottobre, è nei nomi e nei curriculum di chi lancia l’iniziativa e di chi dovrebbe raccoglierla. Cesaro è un ragazzone incensurato, primo degli eletti tra gli azzurri, che porta sulle spalle gli onori e gli oneri del cognome del padre: il deputato Luigi Cesaro, sotto inchiesta della Dda di Napoli e con una richiesta di arresto bocciata dal Riesame per le presunte collusioni con il clan Bidognetti in alcuni affari di famiglia a Lusciano (Caserta).

De Luca, che secondo l’odg dovrebbe istituire formalmente l’Osservatorio, si troverebbe così nella paradossale condizione di aiutare i cronisti a difendersi da lui stesso. Perché se c’è un politico in Campania che intimidisce, aggredisce e denigra i giornalisti, quello è il Governatore campano. Durante un’iniziativa elettorale del 2010, auspicò di incontrare Marco Travaglio “da solo, di notte, al buio” e lo chiamò “ grandissimo sfessato”: querelato per minacce, è stato condannato in primo grado per diffamazione aggravata a mille euro di ammenda.

Magari fosse stato l’unico episodio. Per De Luca la stampa è in genere un concentrato di “malvivenza”, è colpevole di “raccontare solo fesserie”. Un giorno disse che le redazioni dei giornali di Salerno, la città di cui è sindaco di diritto o di fatto da più di 20 anni, erano “piene di imbecilli”. Parole altrettanto tenere usò per il concittadino Michele Santoro: “Un cialtrone”. I suoi uomini hanno imparato il verbo, e si comportano di conseguenza: al termine di una conferenza stampa-monologo di De Luca, il capo staff Nello Mastursi prese a calci il collaboratore de ilfattoquotidiano.it Fabio Capasso, impedendogli di inseguire il Governatore. Capasso voleva solo provare a porgli qualche domanda. Almeno, dopo, sono arrivate le scuse.

E ancora: alla direzione nazionale del Pd di agosto De Luca definì il direttore di ilfattoquotidiano.it Peter Gomez “un consumatore abusivo d’ossigeno, un danno ecologico permanente”. E alla festa nazionale di Scelta Civica del 27 settembre il Governatore è tornato all’attacco contro i colleghi di Rai 3, di Presa Diretta e di Report: “Fanno camorrismo giornalistico”. L’Osservatorio, se nasce, avrà davvero tanto lavoro da fare.