Cronaca

Brescia, procuratore: “Mario Bozzoli non è mai uscito dalla sua fonderia”

Sopralluogo del magistrato Tommaso Buonanno insieme ai carabinieri nella ditta di Marcheno: "Fra la scomparsa di Bozzoli e la morte del suo operaio Giuseppe Ghirardini, per ora c'è un collegamento solo temporale, sul corpo del dipendente per ora nessun segno di violenza"

Mario Bozzoli non è mai uscito dalla sua fonderia. E’ questa l’ipotesi degli inquirenti che indagano sulla scomparsa dell’imprenditore di Marcheno, in Valtrompia, di cui non si hanno più tracce dall’8 ottobre.

La conferma arriva dal procuratore di Brescia, Tommaso Buonanno: “Noi stiamo cercando una persona che non si trova, stiamo svolgendo tutti gli accertamenti per trovarla, o per trovare il suo corpo nel caso in cui non fosse più in vita. Fra la scomparsa di Bozzoli e la morte del suo operaio Giuseppe Ghirardini, per ora c’è un collegamento solo temporale che avrebbe assunto un significato indiziario forte se fossimo stati in grado di acquisire elementi per ritenere che la persona fosse stata assassinata. Gli elementi che abbiamo acquisito sin ora dicono che non vi sono tracce di violenza fisica sul corpo di Ghilardini”, ha spiegato il procuratore che ha compiuto un sopralluogo nell’azienda insieme ai carabinieri comandati dal colonnello Giuseppe Spina.

Anche la famiglia di Bozzoli fin dall’inizio è convinta che l’imprenditore non si sia mai allontanato dalla ditta. Per questo l’avvocato Patrizia Scalvi ha nominato un consulente per esaminare il forno dell’azienda che produce lingotti di ottone. Si tratta della professoressa Giovina Marina La Vecchia, docente ordinario di Metallurgia alla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Brescia. Il legale dei Bozzoli chiederà quindi di poter accedere nell’azienda, ora sotto sequestro, per verificare, in particolare, se un portellone del forno si possa aprire pur in presenza di temperature elevate come quelle richiesta per la fusione delle leghe speciali.

Intanto gli inquirenti bresciani continuano a indagare sulla morte dell’operaio addetto ai forni Giuseppe Ghirardini, 50 anni, scomparso appena sei giorni dopo il suo titolare e ritrovato cadavere domenica 18 ottobre in un torrente nei boschi di Ponte di Legno. Il suo cellulare non è ancora stato rintracciato. L’ultimo segnale risale a mercoledì pomeriggio scorso (giorno della scomparsa), attorno alle 14, quando ha agganciato la cella del passo Crocedomini, 80 km dal luogo in cui è stato ritrovato il suo corpo.