Diritti

Eutanasia, Fanelli malato di Sla risponde alla Boldrini: “Non riprendo le cure”

Il presidente della Camera lo aveva invitato a ricominciare le terapie farmacologiche, autosospese per protesta contro l'immobilismo dei partiti parlamentari sul tema del fine vita. Il 54enne di Senigallia è disposto a portare alle estreme conseguenze la sua battaglia per cercare di ottenere la calendarizzazione della proposta di legge

“Non riprenderò le cure per la Sla e sono pronto anche a interrompere l’alimentazione forzata, se ce ne fosse bisogno”. Max Fanelli, malato di Sclerosi laterale amiotrofica, ha risposto con una lettera alla presidente della Camera Laura Boldrini, che lo aveva invitato a riprendere le terapie farmacologiche, autosospese per protesta contro l’immobilismo dei partiti parlamentari sul tema del “fine vita“.

Il 54enne di Senigallia è disposto a portare alle estreme conseguenze la sua “battaglia” per cercare di ottenere la calendarizzazione della proposta di legge. “Ho ricevuto la Tua lettera con enorme soddisfazione, un pizzico di orgoglio ed anche di stupore” scrive Fanelli, “mi hai chiesto – rivolgendosi alla presidente della Camera – di avere fiducia nelle istituzioni e di riprendere le cure, ma non riesco a cogliere appieno la tua richiesta”. Poi continua:”Non ho fiducia nella grande maggioranza dei capigruppo parlamentari che, da venticinque mesi, hanno dimostrato completa indifferenza a tematiche che riguardano il fine vita, un argomento che dovrebbe essere trattato con rispetto laico e con sensibilità verso coloro che soffrono una condizione disumana“.

Intanto Fanelli continua la sua campagna di denuncia anche sui social network, come ad esempio attraverso il movimento #iostoconmax, supportato da oltre 200 parlamentari. L’uomo polemizza con “i capigruppo che – a suo dire – sono stimolati o guidati da leader che giustificano la loro ideologia contraria all’eutanasia supponendo una possibile gravidanza di Eluana Englaro“.

Fanelli, determinato a proseguire fino “alla fine” ha spiegato che “lasciare questa vita una settimana o un mese prima per la sospensione delle cure, quando si vive in queste condizioni, non è un dramma”. “Quale che sia, anticipata o meno – aggiunge – la dedico a coloro che ostacolano questo processo democratico, per pregiudizio, acquiescenza o inerzia, sperando che si riesca ad avviare quel processo che porterà in breve tempo ad avere una legge degna di un Paese laico e civile”.