Scuola

Riforma della scuola, insegnanti: “Meglio precari che ricattati. Ora referendum”

A Bologna il comitato Lip (Per una proposta di legge popolare sulla buona scuola) ha organizzato una due giorni per discutere sulla riforma appena approvata dal governo Renzi, ma soprattutto per valutare la possibilità di mettere in piedi un referendum per abrogarla. Il pensiero dei tanti insegnanti che parlano con il Fatto Tv presenti va ai migliaia di colleghi che in questi giorni dovranno abbandonare la loro casa e la loro terra per andare a lavorare dove la stabilizzazione voluta dal governo ha trovato loro una cattedra di ruolo. “L’alternativa a questo trasferimento di massa c’era. Io lavoro da 13 anni su una cattedra e significa che al Sud c’è una cattedra che io ricopro puntualmente da 13 anni”, spiega Marcella Raiola, napoletana, insegnante precaria. “Ci sono altri insegnanti che stanno da 6 o 7 anni in una stessa scuola perché la cattedra è vacante. Il punto è che quella cattedra, per risparmiare, non viene trasformata in organico di diritto”. Marcella ha scelto di non fare la domanda per la stabilizzazione e continuerà a rimanere precaria. Ora aspetta, come ogni anno dal 2002, una chiamata per sapere dove sarà assegnata: “Io ho maturato il diritto all’assunzione e dopo la sentenza della Corte europea mi aspettavo sarebbe arrivata. Dovevo rientrare naturalmente tra le stabilizzazioni, senza ricatti” di David Marceddu